"Chi viaggia senza incontrare “l’altro”, non viaggia, si sposta”.
Alexandra David Neel

reportage

Chad, da N’Djamena alle Gole di Archei

 

nomadi, deserto del Chad

nomadi, deserto del Chad

Reportage – di Giulio Badini. Dalla capitale N’Djamena si fa rotta verso nord attraverso un’arida savana saheliana punteggiata di miseri villaggi, accampamenti di pastori nomadi e pozzi dove si abbeverano le mandrie. Le arenarie color ocra dell’Ennedi invitano ad inoltrarsi nel dedalo di fantasmagoriche erosioni fino alla mitiche Gole di Archei, dove i nomadi dissetano i loro dromedari sotto gli occhi vigili dei minuscoli e inoffensivi coccodrilli, oppure a scoprire le innumerevoli cavità decorate con scene di vita pastorale lasciate dai predecessori preistorici, quando ancora il Sahara era verde, che non si discostano però di molto da quelle attuali.

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Da Saluzzo al Monviso, trekking alle sorgenti del Po

Ostana sullo sfondo del Monviso

Ostana sullo sfondo del Monviso, foto Gianfranco Battisti

Reportage – Solitario e maestoso, il Monviso è indissolubilmente legato alla storia dell’alpinismo italiano. Fu infatti Quintino Sella il primo a raggiungerne la vetta a 3.841 metri nel 1863 (due anni dopo il successo di William Mathews) e, sulla scia dell’entusiasmo, a fondare il Club Alpino Italiano. Situato sopra il Lago Grande di Viso, lo storico Rifugio Quintino Sella venne inaugurato il 23 luglio 1905 e, successivamente, nel 1956, venne consacrata, sul piazzale innanzi il rifugio, la cappellina che oggi custodisce la memoria dei caduti sul Monviso. Avvolte nella nebbia sin dalla tarda mattinata, dai ghiacciai sopraelevati del Monviso, ormai in evidente fase di ritiro, e dai numerosi laghi interconnessi posti più in basso alle sue pendici (Fiorenza, Grande, Superiore, Lausetto e Chiaretto), a Pian del Re (raggiungibile in auto) sgorgano le fresche sorgenti del fiume Po, il corso d’acqua più lungo d’Italia.

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A Viñales, nei picchi rocciosi di Cuba

Vinales, picchi rocciosi a Cuba

Vinales, picchi rocciosi a Cuba

Reportage – A 270 chilometri a ovest dell’Havana, la Valle Viñales è una depressione carsica situata nella Sierra de los Organos, nella provincia di Pinar del Rio. Inserita nei Patrimoni dell’Umanità dall’Unesco nel 1999, la valle è un susseguirsi di coltivazioni di tabacco, interrotte da picchi rocciosi che si ergono come isole dal fondo della valle, soprannominati “mogotes” dai locali. Attorno a Viñales, sonnolenta cittadina di cowboy fondata nel 1607, numerose colline nascondono al loro interno interessanti grotte (fra tutte, la Cueva del Indio e la Cueva de José Miguel). Percorrendo due chilometri a ovest di Viñales si giunge al Mogote Dos Hermanas, dove è conservato il Mural de la Prehistoria, lungo 180 metri, commissionato da Fidel Castro nel 1961 per esaltare l’uomo socialista. Ideale per gli amanti del trekking, dei percorsi in bicicletta e dell’arrampicata.

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Corallo, l’oro rosso di Sciacca

Porto di Sciacca

Porto di Sciacca

Reportage – Fu la scoperta, alla fine dell’800, di un imponente banco di corallo, chiamato “Terribile” per le sue dimensioni, a cambiare il destino di Sciacca. Molto raro, il corallo di Sciacca (Corallium Rubrum) si distingue per la colorazione rosa salmone, dall’intenso al pallidissimo, talvolta con macchie di colore giallo tendente al bruno e al nero dovute all’azione ossidante di alcuni batteri che, attaccando le componenti ferrose del corallo, determinano le bruniture. Dalla raccolta e dalla sua lavorazione nascono ogni giorno, nei laboratori artigianali, opere d’arte, oggetti decorativi ed ornamenti di straordinaria finezza. L’origine del particolare colore, unico al mondo, è avvolto nella leggenda di Ferdinandea, l’isola vulcanica che non c’è, vissuta poco meno di sei mesi 169 anni fa.

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Tajikistan in fuoristrada

Tajikistan in fuoristrada

Tajikistan in fuoristrada

Reportage – A bordo di un fuoristrada si attraversa il Pamir, localmente “Bam-i-Dunya”, il “Tetto del Mondo”, tra vette alte 7000 metri, laghi, praterie e incontri con nomadi nelle loro yurte in una delle aree più inesplorate del mondo. Lungo la M41 Pamir Highway, l’itinerario si snoda da Khorog a Osh con una traversata di 728 chilometri (due giorni circa) su una strada dal pessimo asfalto, estremamente impegnativa per le sospensioni, priva di punti di rifornimento carburante e sistemazioni alberghiere. Ma guidare lungo vallate solitarie ad alta quota, con vette che superano i 7000 metri, ai confini del mondo, è un’esperienza che rimane dentro tutta la vita.

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