"Chi viaggia senza incontrare “l’altro”, non viaggia, si sposta”.
Alexandra David Neel

Da Saluzzo al Monviso, trekking alle sorgenti del Po

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Ostana sullo sfondo del Monviso

Ostana sullo sfondo del Monviso, foto Gianfranco Battisti

Reportage – Solitario e maestoso, il Monviso è indissolubilmente legato alla storia dell’alpinismo italiano. Fu infatti Quintino Sella il primo a raggiungerne la vetta a 3.841 metri nel 1863 (due anni dopo il successo di William Mathews) e, sulla scia dell’entusiasmo, a fondare il Club Alpino Italiano. Situato sopra il Lago Grande di Viso, lo storico Rifugio Quintino Sella venne inaugurato il 23 luglio 1905 e, successivamente, nel 1956, venne consacrata, sul piazzale innanzi il rifugio, la cappellina che oggi custodisce la memoria dei caduti sul Monviso. Avvolte nella nebbia sin dalla tarda mattinata, dai ghiacciai sopraelevati del Monviso, ormai in evidente fase di ritiro, e dai numerosi laghi interconnessi posti più in basso alle sue pendici (Fiorenza, Grande, Superiore, Lausetto e Chiaretto), a Pian del Re (raggiungibile in auto) sgorgano le fresche sorgenti del fiume Po, il corso d’acqua più lungo d’Italia.

Balma Boves, ai piedi del Monviso

Balma Boves, borgata costruita sotto una roccia, foto Battisti

In vetta al Monviso il giovane Mathews “fissò lo sguardo in uno spazio infinito”, osservando la pianura padana, il Cervino, il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Gran Paradiso. Nel corso dei secoli mercanti e avventurieri diretti in Francia lungo la Via del Sale, minerale di fondamentale importanza nel passato per la conservazione dei cibi, percorsero le mulattiere e i sentieri solitari e impervi del Monviso attraverso un paesaggio silenzioso dove si alternano boschi, prati e case di pietre e legno, gli unici materiali utilizzati dai contadini. Scrittori e poeti ne hanno descritto la bellezza senza tempo: Virgilio lo ricordò nell’Eneide, chiamandolo “Vesulus pinifer”, montagna circondata di pini, e lo conoscevano Dante, che lo cita nel canto XVI dell’Inferno, e Petrarca (“il monte più alto della catena”). Anche Leonardo da Vinci nel 1511 scrisse di una cava di pietra bianca “al pié del Monviso”. Nelle vallate non è difficile trovare la “croce occitana”, simbolo dell’Occitania, “la nazione che non c’è”, un’area geografica dell’Europa comprendente larga parte della Francia meridionale e delle valli cuneesi, in cui, accanto alle lingue ufficiali, è parlata fin da epoca storica la lingua occitana, derivata dal latino imposto dai Romani dopo la conquista della Gallia, riconosciuta e tutelata dalla Legge 482 della Repubblica Italiana e attualmente parlata da due milioni di persone.

Consigli di viaggio

Arrivare in auto: Autostrada A 55 (Torino – Pinerolo), all’uscita seguire le indicazioni per Cavour – Saluzzo. Tangenziale Sud di Torino, uscita La Loggia, indicazioni per Saluzzo, Revello, Crissolo. In auto sino a Pian del Re (2.013 mt)

Agriturismo La Virginia, Revello

Locanda tipica, agriturismo “La Virginia” di Revello

Dormire in una locanda tipica: Agriturismo “La Virginia”, atmosfera rustica del passato creata dal cotto autentico dei pavimenti e dal legno dei soffitti, dagli arredi antichi e dal focolare scoppiettante nell’ingresso. Sette camere arredate con letti in ferro battuto, alcuni a baldacchino, armadio antico o guardaroba a muro e angolo con poltrona o divano letto. Cassettiere, armadi a muro e tavoli sono tutti pezzi unici di legno rustico d’alta montagna, scelto con cura nelle vallate piemontesi e da oltralpe. Un’enoteca-cantina con le migliori proposte dei vini locali e nazionali e una biblioteca enogastronomica forniscono spunti per scoprire il territorio attraverso l’ enogastronomia locale, esaltata da degustazioni di prodotti tipici freschi, come il Lardo di Sanfront, la polenta e il Pelaverga saluzzese, assaporati davanti al caminetto su un tavolo di antico legno massiccio. Info “La Virginia”, www.lavirginia.it, mail info@lavirginia.it,  mob + 39 333.3636303

Trekking da Pian del Re:
– Pian del Re (2.013), Lago Fiorenza (2.113), Lago Chiaretto (2.261), Colle dei Viso (2.590), Rifugio Sella (2.640), Lago Grande di Viso (2.590). Dislivello in salita: +670/-49 m, tempo totale di percorrenza: 4.55 ore. Forse il sentiero più frequentato della Valle Po, con la via d’accesso più agevole verso il Rifugio Quintino Sella con una sequenza mozzafiato di laghi cristallini nei quali si specchia il Monviso. Suggestiva l’alba vista da un rifugio.
– Pian del Re (2.013 m), Galleria delle Traversette (2.882), Colle delle Traversette (2.950). Dislivello in salita +947/-10 m, tempo totale di percorrenza: 5.30 ore. E’ stato il primo traforo alpino della storia, terminato nel 1480 e costruito con lo scopo di agevolare i commerci tra Grenoble e Saluzzo e per evitare l’attraversamento del Colle delle Traversette, causa di tanti incidenti mortali dovuti al terreno esposto e scivoloso. Questo itinerario, che ripercorre le orme degli antichi carovanieri, consente anche di attraversare il “Buco di Viso” – così viene chiamato il traforo – quando la neve e le frane, specie sul versante francese, non ne ostruiscono gli ingressi. Periodo migliore per scalare il Monviso: fine estate, prima delle prime piogge autunnali, quando ormai tutta le neve e il ghiaccio presente sulla via si sono sciolti.

Il Buco di Viso, il primo traforo della storia: nei pressi del Monte Granero si trova il Buco di Viso, il primo traforo alpino della storia, costruito nel 1480 da Ludovico II, Marchese di Saluzzo, per facilitare i commerci con la Francia. Attualmente è percorribile a piedi in tutti i suoi 75 metri di lunghezza, anche se si tratta di una galleria stretta e buia, sconsigliata a chi soffre di claustrofobia. Da
Da vedere nei dintorni: (in bici, racchette da neve o auto): Ostana, piccolo paese costituito da borgate in pietra perse in un silenzio senza tempo (specialità locali: toma di alpeggio e polenta di patate e grano saraceno), Balma Boves, caratteristico insediamento ricavato nell’anfratto della roccia a 652 metri sul Monte Bracco tra le frazioni Rocchetta e Robella (www.marcovaldo.it ), Saluzzo, capitale dell’Antico Marchesato (1.142 d.C.) e città natale dello scrittore carbonaro Silvio Pellico (www.saluzzoturistica.it ) e l’Abbazia circestense di Staffarda (chiuso il lunedì).
Info: Comunità Montana Valli Po, Bronda, Infernotto (www.vallipo.cn.it, Paesana tel 0175.94273, mail info@vallipo.cn.it)
Nei dintorni di Saluzzo: l’Abbazia cirstesense di Staffarda, Balma Boves, la borgata costruita sotto una roccia, Ostana, la città interamente di pietra e le sorgenti del Po ai piedi del Monviso; Saluzzo, antica capitale dell’omonimo marchesato, una delle più affascinanti città del Piemonte che ha mantenuto intatto il centro storico con la Torre Comunale, la Castiglia (l’antico castello dei Marchesi di Saluzzo), la chiesa di San Giovanni, Casa Cavassa abitazione signorile del sec. XV e il museo di Silvio Pellico. A pochi chilometri, il Castello della Manta (con l’affresco della Fontana della Giovinezza) e il Castello di Racconigi, residenza estiva della famiglia reale dei Savoia fino al 1946, tappa del Circuito delle Dimore Sabaude.

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