"Chi viaggia senza incontrare “l’altro”, non viaggia, si sposta”.
Alexandra David Neel

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Mali, i misteri dei Dogon

Mali, donna Dogon

Mali, donna Dogon

di Giulio Badini – Nel cuore del Mali, a sud del grande delta interno formato dal fiume Niger, vive in un contesto ambientale assai affascinante una delle più interessanti tra le venti etnie che compongono questa nazione sahelo-sahariana.
Secondo gli etnologi i Dogon costituirebbero una delle popolazioni più interessanti dell’Africa occidentale.
Non a caso nel 1989 l’Unesco ha inserito il territorio Dogon nella lista del Patrimonio dell’Umanità. Questa etnia, circa 250 mila individui, abita la vasta e arida regione di Bandiagara, un altopiano di roccia di arenaria che precipita improvvisamente sulla pianura sottostante con una scenografica  falesia verticale alta diverse centinaia di metri e lunga oltre 150 chilometri.
Ignoriamo l’origine di questo popolo e sappiamo soltanto che tra il XIII e XVI secolo colonizzarono questa regione inospitale, forse per sfuggire all’espansionismo islamico degli imperi medievali sorti a quell’epoca sulle sponde del Niger. Continua a leggere

Angola, viaggio nella preistoria

Angola, peschrecci nella costa

Angola, peschrecci nella costa

di Giulio Badini – Non troverete nessuno, nemmeno tra i grandi viaggiatori abituati a visitare anche gli angoli più remoti del pianeta, che possa raccontarvi di essere stato in Angola. Eppure questo paese confina a sud con la Namibia, una delle nazioni più belle e interessanti dell’Africa australe, molto frequentata dagli appassionati del Continente Nero anche per la sua valida ricettività turistica.

 

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Karakum, nel deserto del Turkmenistan

Canyon di Yangikala, Turkmenistan

Canyon di Yangikala, Turkmenistan

di Giulio Badini – Il Karakum, grande una volta e mezzo l’Italia, rappresenta il deserto più caldo dell’Asia centrale, con scarsa vegetazione e poche oasi, dune mobili e barcane spinte dai venti, piane di sale e zone calanchive d’argilla erose in forme assai suggestive. In lontane epoche geologiche, al suo posto si estendeva, infatti, il maggior lago pluviale del pianeta, grande quasi quattro volte l’Italia e comprendente anche gli attuali Caspio e Aral. Il Turkmenistan, da sempre crocevia di transito per persone e merci tra il nord e il sud del continente e tra Asia e Mediterraneo, ha ospitato importanti insediamenti urbani, fiorenti civiltà e nodi carovanieri lungo la Via della Seta, la principale arteria commerciale del passato.

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Lungo il Corridoio di Wakhan, al confine col Pakistan

Tajikistan, foto Giulio Badini

Tajikistan, foto Giulio Badini

Il limite meridionale dell’altopiano del Pamir è delimitato dal corridoio di Wakhan (Wakhan Corridor), una stretta vallata di territorio afgano che divide la regione del Gorno-Badakhshan (Tajikistan) dalla provincia Nord-Occidentale del Pakistan. Percorrendo in fuoristrada il lato tajiko del corridoio di Wakhan, oltre alla parte afghana, si scorgono chiaramente gli alti picchi innevati già in territorio pakistano. Un stretta striscia di territorio afgano nella provincia del Badakhshan sull’antica Via della Seta percorso da mercanti, esploratori e viaggiatori di ogni tempo. Il vento gelido non permette alcun tipo di coltivazione. In alcuni punti largo meno di sedici chilometri, il Corridorio di Wakhan (in persiano واخان, creato alla fine del XIX secolo dall’impero britannico), nella regione montuosa del Pamir, si estende per circa 300 km al confine tra Tajikstan e Afghanistan, da cui è separato dall’Amu Darya. Per millenni è stato il punto d’incontro tra Asia centro-occidentale ed Asia centro-orientale. Spedizione in Italia in 4×4 con Viaggi Levi, www.viaggilevi.com

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Tajikistan in fuoristrada

Tajikistan in fuoristrada

Tajikistan in fuoristrada

Reportage – A bordo di un fuoristrada si attraversa il Pamir, localmente “Bam-i-Dunya”, il “Tetto del Mondo”, tra vette alte 7000 metri, laghi, praterie e incontri con nomadi nelle loro yurte in una delle aree più inesplorate del mondo. Lungo la M41 Pamir Highway, l’itinerario si snoda da Khorog a Osh con una traversata di 728 chilometri (due giorni circa) su una strada dal pessimo asfalto, estremamente impegnativa per le sospensioni, priva di punti di rifornimento carburante e sistemazioni alberghiere. Ma guidare lungo vallate solitarie ad alta quota, con vette che superano i 7000 metri, ai confini del mondo, è un’esperienza che rimane dentro tutta la vita.

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