Sahara
Marocco del sud, tra canyon, oasi e deserti
Situato nell’estremo nord-ovest dell’Africa, il Marocco è stato definito come il più vicino dei paesi lontani e il più lontano dei paesi vicini, oppure anche l’esotico più a portata di mano.
Rabat, Casablanca e Marrakesh si trovano infatti ad appena tre ore di volo dall’Italia, ma il resto del paese dista da noi secoli, per cui un viaggio in questa nazione finisce per costituire più un percorso nel tempo che non nello spazio.
Marocco, trekking sull’Alto Atlante
di Giulio Badini – Camminare a piedi sull’Alto Atlante offre la possibilità di entrare a stretto contatto nel loro habitat con una delle etnie più caratteristiche e peculiari del Marocco, i Berberi. Popolazione autoctona risalente alla preistoria, vennero chiamati berberi dagli arabi ma loro si definiscono Imazighen, cioè uomini liberi, ed infatti pur essendo stati costretti nel tempo a subire invasioni ed a mischiarsi con numerose genti diverse, essi sono sempre riusciti a mantenere vivo il loro carattere indomito e ribelle, disposti a riconoscere e ad accettare soltanto le antiche regole tribali.
Spedizione nei deserti del Sudan del Nord
di Giulio Badini – Quando il Sahara era verde, era solcato da alcuni fiumi che arrivano addirittura a versare le loro acque nel Nilo come affluenti di sinistra.
Due in particolare, il wadi Hovar e, più a sud, il wadi El Malik (o Milk), anche se ormai fossili presentano ancora una chiara morfologia fluviale, attestata anche da qualche pianta e dai rari pozzi che attingono alla falda freatica, permettendo la sopravvivenza a sparuti nuclei di nomadi Hassanya e Manasir ed alle loro mandrie.
Rub Al-Khali, le onde rosse dell’Oman
di Giulio Badini – Disabitato e in parte inesplorato, il Rub Al-Khali (chiamato anche dai beduini Quarto Vuoto), venne attraversato per la prima volta da un europeo nel 1931 e successivamente dallo scrittore inglese W. Thesinger nel 1945-50, descritto nel volume Arabian Sands. Qui le dune si presentano davvero grandiose, con piramidi di sabbia e cordoni di creste affilate alte fino a 330 m (quindi tra le maggiori della terra, alte più della torre Eiffel), intervallate da lunghi corridoi interdunali, spesso resti di antichi laghi, dal caratteristico colore bianco per la presenza di calcari e gessi dovuta all’evaporazione delle acque.
Djara Cave, la più grande grotta calcarea del Sahara
Reportage – Quasi non si vede, sommersa dalla sabbia.
Ma a 160 km ad est di Farafra si apre nel terreno la più grande grotta calcarea del Sahara. Isolata in quella parte di deserto costituito da un altopiano calcareo tra la strada delle oasi e il Nilo, dove non transita quasi nessuno, fu scoperta dall’esploratore tedesco Gerhard Rholf nel 1883 nel corso di una traversata che dal Nilo doveva condurlo fino all’oasi di Kufra in Libia.
Da allora e per circa 120 anni non si sono più avute notizie.