"Chi viaggia senza incontrare “l’altro”, non viaggia, si sposta”.
Alexandra David Neel

economia

Rumsiskes, Museo Etnografico della Lituania

Casa in Lituania

Casa in Lituania

Reportage di Anna Maria Arnesano e Giulio Badini – Rumsiskes è uno dei tanti tranquilli e un po’ anonimi paesotti tra il verde intenso di prati e boschi nella Lituania centro-meridionale, 25 km ad est dell’antica capitale Kaunas e sulla strada per la capitale Vilnius, meno di duemila abitanti che vivono di agricoltura e artigianato in questo borgo trecentesco.

 

 

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Malesia, Borneo a tutta natura

Borneo, Orang utang

Borneo, Orang utang, foto Giulio Badini

di Anna Maria Arnesano – Nel cuore del Sud-est asiatico c’è una nazione, ancora trascurata dal turismo, che si distingue da tutte le altre per una serie molteplice di peculiarità. Si tratta della Malesia, o Malaysia, la terra sognata e magistralmente descritta da Salgari senza esserci mai stato, grande poco più dell’Italia (ma con metà degli abitanti e una bassa densità per la regione di soli 88), divisa in due porzioni più o meno corrispondenti: quello continentale ad oriente, formato dalla lunga striscia della penisola di Malacca confinante a nord con la Thailandia e a sud con l’isola di Singapore (e separata dalla prospiciente Indonesia dallo stretto di Malacca), quello insulare ad occupare il nord del Borneo (terza isola per dimensioni al mondo, grande due volte e mezzo l’Italia), appartenente per tutto il resto all’Indonesia, escluso il piccolo territorio indipendente del sultanato del Brunei. In mezzo, a separarli, 700 km del Mar Cinese meridionale e null’altro in comune.

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In traghetto sul Fiume Senegal, da Saint Louis a Podor

canoa in Senegal

canoa in Senegal

Da Saint Louis, il primo insediamento francese in Africa, si naviga lungo il fiume Senegal che segna il confine naturale tra Senegal e Mauritania a bordo del “Bou El Mogdad”, nome di un indigeno africano morto nel 1880, che in epoca coloniale serviva per il trasporto misto. Navigando si vede uno spaccato di vita quotidiana africana, animato dalle etnie Toucouleur, Peul, Soninkè, Wolof e Mauri con i vestiti colorati delle donne, gli odori penetranti dei mercati, i pescatori intenti a buttare le reti, le piroghe che vanno e vengono, le donne che lavano le stoviglie, i bimbi vocianti a fare il bagno in attesa che i vestiti si asciughino, le mandrie all’abbeverata sulle due rive.

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Aqaba, immersioni nel relitto del Taiyong

relitto del Taiyong, Aqaba

relitto del Taiyong, Aqaba

Nel mondo sommerso di Aqaba, unico porto marittimo della Giordania sull’omonimo Golfo del Mar Rosso, si intravede la sagoma del relitto del Taiyong, la Nave Sommersa affondata nel 1999, in cui nuotano un caleidoscopio di pesci multicolori, con vivaci branchi di pesci cristalli rincorsi magari da qualche pesce scorpione. Poco lontano, negli abissi cristallini, si nuota fino a raggiungere il Giardino Giapponese dove è possibile ammirare impressionanti formazioni coralline create da grandi ventagli di Gorgonia e coralli neri e rossi, fra tartarughe, barracuda, piccoli squali dalla pinna bianca, i colorati sergenti maggiori, qualche pesce fuciliere, murene, gli stravaganti pesci scorpione e la bizzarra fistularia.

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Mali, i misteri dei Dogon

Mali, donna Dogon

Mali, donna Dogon

di Giulio Badini – Nel cuore del Mali, a sud del grande delta interno formato dal fiume Niger, vive in un contesto ambientale assai affascinante una delle più interessanti tra le venti etnie che compongono questa nazione sahelo-sahariana.
Secondo gli etnologi i Dogon costituirebbero una delle popolazioni più interessanti dell’Africa occidentale.
Non a caso nel 1989 l’Unesco ha inserito il territorio Dogon nella lista del Patrimonio dell’Umanità. Questa etnia, circa 250 mila individui, abita la vasta e arida regione di Bandiagara, un altopiano di roccia di arenaria che precipita improvvisamente sulla pianura sottostante con una scenografica  falesia verticale alta diverse centinaia di metri e lunga oltre 150 chilometri.
Ignoriamo l’origine di questo popolo e sappiamo soltanto che tra il XIII e XVI secolo colonizzarono questa regione inospitale, forse per sfuggire all’espansionismo islamico degli imperi medievali sorti a quell’epoca sulle sponde del Niger. Continua a leggere

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