"Chi viaggia senza incontrare “l’altro”, non viaggia, si sposta”.
Alexandra David Neel

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Marocco, trekking sull’Alto Atlante

Marocco, oasi di montagna

Marocco, oasi di montagna

di Giulio Badini – Camminare a piedi sull’Alto Atlante offre la possibilità di entrare a stretto contatto nel loro habitat con una delle etnie più caratteristiche e peculiari del Marocco, i Berberi. Popolazione autoctona risalente alla preistoria, vennero chiamati berberi dagli arabi ma loro si definiscono Imazighen, cioè uomini liberi, ed infatti pur essendo stati costretti nel tempo a subire invasioni ed a mischiarsi con numerose genti diverse, essi sono sempre riusciti a mantenere vivo il loro carattere indomito e ribelle, disposti a riconoscere e ad accettare soltanto le antiche regole tribali.

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Bora Bora, trekking sul Monte Otemanu

Bora Bora In fuoristrada si arriva sul Monte Otemanu, il punto più alto dell’isola di Bora Bora con i suoi 700 m, dove lo sguardo vaga su una laguna turchese mozzafiato e, all’orizzonte, sulle lontane isole di Tahaa e Raiatea.
Ad un’ora di volo da Tahiti, nei luoghi tormentati degli “Gli ammutinati del Bounty” di Marlon Brando, Bora Bora è un’isola di origine vulcanica emersa dall’Oceano Pacifico quattro milioni di anni fa, estesa su 38 chilometri quadrati.

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In traghetto sul Fiume Senegal, da Saint Louis a Podor

canoa in Senegal

canoa in Senegal

Da Saint Louis, il primo insediamento francese in Africa, si naviga lungo il fiume Senegal che segna il confine naturale tra Senegal e Mauritania a bordo del “Bou El Mogdad”, nome di un indigeno africano morto nel 1880, che in epoca coloniale serviva per il trasporto misto. Navigando si vede uno spaccato di vita quotidiana africana, animato dalle etnie Toucouleur, Peul, Soninkè, Wolof e Mauri con i vestiti colorati delle donne, gli odori penetranti dei mercati, i pescatori intenti a buttare le reti, le piroghe che vanno e vengono, le donne che lavano le stoviglie, i bimbi vocianti a fare il bagno in attesa che i vestiti si asciughino, le mandrie all’abbeverata sulle due rive.

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Da Saluzzo al Monviso, trekking alle sorgenti del Po

Ostana sullo sfondo del Monviso

Ostana sullo sfondo del Monviso, foto Gianfranco Battisti

Reportage – Solitario e maestoso, il Monviso è indissolubilmente legato alla storia dell’alpinismo italiano. Fu infatti Quintino Sella il primo a raggiungerne la vetta a 3.841 metri nel 1863 (due anni dopo il successo di William Mathews) e, sulla scia dell’entusiasmo, a fondare il Club Alpino Italiano. Situato sopra il Lago Grande di Viso, lo storico Rifugio Quintino Sella venne inaugurato il 23 luglio 1905 e, successivamente, nel 1956, venne consacrata, sul piazzale innanzi il rifugio, la cappellina che oggi custodisce la memoria dei caduti sul Monviso. Avvolte nella nebbia sin dalla tarda mattinata, dai ghiacciai sopraelevati del Monviso, ormai in evidente fase di ritiro, e dai numerosi laghi interconnessi posti più in basso alle sue pendici (Fiorenza, Grande, Superiore, Lausetto e Chiaretto), a Pian del Re (raggiungibile in auto) sgorgano le fresche sorgenti del fiume Po, il corso d’acqua più lungo d’Italia.

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Trekking nell’Antica Via Valeriana

via Valeriana 2Fino al 1850 l’Antica Via Valeriana era l’unica strada di collegamento tra Brescia e la Valle Camonica. A piedi si percorre il sentiero, lungo 25-30 km, realizzato forse ai tempi dell’Antica Roma dal console Publio Valerio Corvo, per altri (e più verosimilmente) chiamata invece Valeriana dall’aggettivo “vallesiana”, cioè valligiana, che collega Pilzone a Pisogne, alla scoperta della sponda bresciana del lago d’Iseo. Con guide del Cai, durata 9 ore, www.area3v.com/il-territorio/sebino-unidentita-ritrovata/itinerari-sebino/itinerari-valeriana 

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