Viaggi Etnografici
Tre feste nel sud-est asiatico alla scoperta delle radici
Ati-Atihan nelle Filippine, Wat Phu in Laos e il Festival dei Chin in Birmania. Tra gennaio e febbraio, tre celebrazioni, religiose o tradizionali, che sono spesso l’espressione contemporanea del ricordo delle origini, delle radici di un popolo; un patrimonio immateriale che si tramanda di generazione in generazione al fine di salvaguardarlo.
Un viaggio che permette di assistere a questi importanti momenti di festa e di ricordo da parte della popolazione ospitante, offre il privilegio assoluto di empatia con essa e maggior conoscenza delle sue tradizioni e dei suoi rituali.
Milano, al Mudec l’esplorazione del Perù di Raimondi
“La sua proverbiale ricchezza e il suo vario territorio, che sembra riunire in sé gli arenili della costa, gli aridi deserti dell’Africa, i vasti altipiani, le monotone steppe dell’Asia, le alte vette della cordigliera, le fredde regioni polari, gli intricati boschi di montagna e la lussureggiante vegetazione, mi spinsero a preferire il Perù come campo di esplorazione e studio”.
Nel libro “El Perù” (1929) si coglie la passione per questa terra dove Antonio Raimondi tracciò la prima carta geografica del Perù.
Dal 1950 navigò sul Rio delle Amazzoni e scoprì monumenti archeologici vagando dalle Ande all’Amazzonia fino alla costa. Per quasi vent’anni, dal 1851 al 1869, percorse oltre 45.000 chilometri, soffermandosi presso etnie sino allora sconosciute.
“La sabbia nei miei occhi. Momenti sudanesi”, una mostra per raccontare il Sudan
Dal 19 ottobre al 6 novembre una mostra fotografica per raccontare il Sudan al MAXXI di Roma. L’autrice-fotografa Enikö Nagy ha passato vari anni a raccogliere documenti fotografici e testimonianze orali di momenti della vita quotidiana di oltre 45 tribù e comunità etniche sudanesi, percorrendo un territorio di 30mila km, per realizzare il suo libro fotografico e letterario.
Trekking nel Dolpo, il segreto meglio custodito del Nepal
Dolpo, la regione più grande del Nepal, ma anche la meno densamente popolata e la meno accessibile, occupa quasi 8000 chilometri quadrati e che qui vi vivano circa 30 mila abitanti, lungo il confine con il Tibet cinese. I paesaggi sono considerati tra i più spettacolari della Terra, ma anche così inviolata che i rari abitanti della regione sono generalmente installati tra i 3660 m ed i 4000 m, guadagnandosi il record tra le popolazioni che vivono alle altitudini più elevate al mondo.
In Bhutan per i suoi incantevoli festival
In Buthan per i festival di Thimphu e di Thangbi Mani ad ottobre, i Festival di Jambay e di Prakhar a novembre e il Festival di Paro ad aprile con “I Viaggi di Maurizio Levi”. Il Bhutan, un piccolo regno dalle verdi vallate collocato tra Tibet e India, vanta un’identità davvero fuori dall’ordinario. Tutt’oggi una destinazione dalla forte e millenaria vocazione spirituale attrae anche per le sue peculiarità più “moderne”: qui è illegale acquistare sigarette mentre sulle facciate di numerose abitazioni sono dipinti giganteschi falli dalle proprietà protettive e il benessere della popolazione si misura in FIL (Felicità Interna Lorda).