"Chi viaggia senza incontrare “l’altro”, non viaggia, si sposta”.
Alexandra David Neel

In mostra a Roma i “Popoli del Lago Ciad. Una crisi umanitaria vista dall’interno”

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Popoli del Ciad, Credits Abdoulaye Barry

Credits Abdoulaye Barry

Sono circa 11 milioni gli uomini, le donne e i bambini afflitti dalle violenze scoppiate con la nascita del gruppo terroristico nigeriano Boko Haram, un conflitto che, dal 2014 ad oggi, ha creato 2,4 milioni di sfollati, messo 5 milioni di persone a rischio di insicurezza alimentare e 3 milioni di bambini fuori dal sistema scolastico. Questa crisi dimenticata è documentata nella mostra fotografica “I popoli del lago Ciad. Una crisi umanitaria vista dall’interno”, fino al 13 gennaio presso il Museo Nazionale Pigorini di Roma all’EUR, organizzata da Vita in collaborazione con Coopi e il sostegno dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

Proprio in Nigeria, Niger, Ciad e Camerun, quattro Paesi coinvolti dall’emergenza, Coopi è impegnata nel sostegno di centinaia di migliaia di sfollati, rifugiati e comunità locali, attraverso progetti di assistenza umanitaria multisettoriali, dall’educazione alla salute fino alla sicurezza alimentare, progetti che riescono a dare i loro frutti grazie anche ai finanziamenti della Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Abdoulaye Barry ha trascorso gli ultimi mesi viaggiando attraverso il sud del Niger, al confine con la Nigeria, nell’estremo nord del Camerun, e in Ciad, documentando l’intervento di Coopi e la quotidianità di chi vive la crisi. Il fotografo ciadiano, nato a N’Djamena nel 1980, dopo una formazione finanziata dalla Fondazione CCF (Centre français des fonds et fondations) per la fotografia, produce la sua prima serie sul tema dei bambini di strada. Con questo lavoro, esposto nel 2009 alla Biennale di Bamako, la più grande manifestazione fotografica del continente africano, vince il Premio della Giuria. Nel 2010, Barry realizza un ampio servizio sui pescatori del Lago Ciad, minacciato da una gravissima crisi sociale e ambientale. Negli anni successivi ha prodotto lavori fotografici sociali sulla gioventù di N’Djamena e sul tema dell’acqua nella capitale ciadiana.

I progetti finanziati dalla Cooperazione Italiana sono in Niger con un “Intervento per estendere l’accesso all’educazione formale e non formale di qualità per i minori in età scolare presso i villaggi d’accoglienza e le comunità sfollate delle zone colpite dalle violenze di Boko Haram”, in Camerun con “Riedupace – Rilancio di un’educazione per la pace” per il diritto all’istruzione dei bambini e ragazzi dai 5 ai 18 anni che, a causa dell’estrema povertà economica e culturale delle famiglie e dei ripetuti attacchi armati del gruppo integralista islamico Boko Haram, non hanno potuto frequentare regolarmente la scuola. Sempre in Camerun un altro progetto sulla “Sicurezza alimentare e nutrizionale per le popolazioni dell’Estremo Nord del Camerun” finalizzato ad aumentare la produzione locale della popolazione al fine di favorirne l’auto-sostentamento. Infine in Ciad il “Programma integrato d’urgenza per favorire la sicurezza alimentare delle popolazioni vulnerabili nella Regione del Lago Ciad”, per l’accesso alla terra coltivabile attraverso la facilitazione di accordi tra i vari gruppi agricoli e i proprietari terrie. Fonte AISE

Info http://www.museocivilta.beniculturali.it, chiuso lunedì

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