"Chi viaggia senza incontrare “l’altro”, non viaggia, si sposta”.
Alexandra David Neel

Da Bukhara a Samarcanda, sulle orme di Tamerlano

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Samarkanda, tomba emiro

Samarkanda, tomba emiro

di Gianfranco Battisti – A Samarcanda la visita notturna del Gur Emir, la tomba dell’emiro Tamerlano e dei suoi discendenti, perfetto esempio architettonico del XV sec., vale da sola il viaggio.
L’Uzbekistan, il cui nome sembra derivare da Ozbek Khan, sovrano dell’Orda d’oro nella I metà del XIV sec., è il regno di Tamerlano, il conquistatore asiatico fondatore della dinastia timuride, attiva in Asia Centrale e nella Persia orientale tra il 1370 e il 1507.
Da ottobre a marzo, CATS Ltd. (Central Asian Tourism Service), Tashkent, www.cats-uzbekistan.com,

 

bambino dopo la circoncisione

bambino dopo la circoncisione

L’essenza dell’Asia Centrale è l’affascinante crocevia geografico, essenziale per il commercio, attraversato nei secoli da carovane, mercanti e avventurieri lungo la “Via della Seta” termine coniato alla fine del XIX sec. dal geografo Von Richthofen per indicare i fiorenti rapporti commerciali che hanno legato per secoli Europa e Asia. Ancora oggi il territorio interno è caratterizzato da interminabili steppe desertiche, solcate da strade non asfaltate lungo le quali sorgono piccole comunità rurali. Gran parte della popolazione dipende dalle attività agricole e, in particolare, dalla coltivazione del cotone. Ma l’Uzbekistan, il cui nome sembra derivare da Ozbek Khan, sovrano dell’Orda d’oro nella I metà del XIV sec., è il regno di Tamerlano, il conquistatore asiatico fondatore della dinastia timuride, attiva in Asia Centrale e nella Persia orientale tra il 1370 e il 1507. Da lui discese poi Babur (1483-1530), fondatore della dinastia Mogol in India. Tamerlano sfruttò le rivalità tra le vicine tribù e le debolezze dei vari khan e, grazie ad un’accorta politica guerriera, conquistò tutta la Transoxiana nel 1369. Dopo il matrimonio con la giovane principessa Saray Malik Katun, appartenente alla discendenza di Gengis Khan, assunse il nome di Timur Gurkani, dove Gurkan è la forma persianizzata dell’originale mongolo küregen, ovvero genero (imperiale) nell’ambito della famiglia di Gengis Khan. Spietato e irrequieto, conquistò un vasto impero che abbracciava le odierne nazioni centro-asiatiche dell’Uzbekistan, parte del Kazakistan, il Turkmenistan, il Kirghizistan, l’Iran e la Georgia. Sottomise l’India Tughlaq (1398-99), il Sultanato mamelucco (1400) e l’Anatolia ottomana arrivando a sconfiggere i cavalieri di Rodi (1402-1403). Scelse come sua capitale Samarcanda, la città da “mille e una notte”, incontro fra mondo greco e indiano, già abitata da Alessandro Magno per la straordinaria importanza nei traffici della Via della Seta, e la trasformò in un centro nevralgico di inarrestabile crescita culturale e artistica. La visita notturna del Gur Emir, la tomba dell’emiro Tamerlano e dei suoi discendenti, perfetto esempio architettonico del XV sec., vale da sola il viaggio. Dieci minuti a piedi consentono di giungere alla famosissima Piazza Reghistan, attrazione principale della città e forse di tutto il Paese, centro dei commerci e dei traffici di Samarkanda sin da tempi immemorabili, una delle più suggestive piazze del mondo islamico. Su di essa si affacciano tre imponenti Madrassah costruite in diversi periodi storici e decorate da magnifiche maioliche e superbi mosaici. Significativi anche la Moschea Bibi Khanym (XV sec.), una delle più grandi al mondo, il pittoresco mercato Siab, uno dei più coloriti dell’Asia Centrale, ed i resti dell’osservatorio di Ulugbek (datato 1420) nel cui interno si trova un enorme Astrolabio per l’osservazione delle stelle alto 30 metri. In auto si giunge al complesso di Shakhi-Zindah, famosa necropoli dei regnanti e dei nobili di Samarkanda, costituito da circa venti mausolei di epoche diverse dalle cupole di un turchese accecante (disposte intorno alla tomba di Qusam Ibn-Abbas, cugino del profeta Maometto) le cui decorazioni testimoniano raffinatezza e bravura degli artisti del tempo, l’antica Afrosyab con il museo e gli scavi archeologici.
Consigli di viaggio Uzbekistan
piantagione cotoneCOME ARRIVARE: Compagnia aerea di bandiera “Uzbekistan Airways” (www.uzbekistanairways.it), con voli di linea da Milano Malpensa e da Roma Fiumicino. Durata del volo: 6 ore circa.
QUANTO STARE: 8-10 giorni sono il tempo minimo necessario per un soggiorno in Uzbekistan considerando che la visita di Khiva richiede almeno un giorno e quella di Bukhara e Samarcanda almeno 2 giorni ciascuna. Consigliati prolungamenti in Iran e Turkmenistan.
QUANTO COSTA: per 10 giorni euro 2.000 circa, compresi i voli intercontinentali e due voli interni.
GUIDE LOCALI PARLANTI ITALIANO E ESCURSIONI: CATS Ltd. (Central Asian Tourism Service), Tashkent, www.cats-uzbekistan.com, cats@cats.com.uz
DOVE DORMIRE E GUSTARE CUCINA LOCALE: (le strutture alberghiere negli ultimi anni sono molto migliorate anche se in alcune città restano ancora lontano dagli standard occidentali).
A TASHKENT: hotel Tashkent Palace****, uno dei più antichi della capitale, a 15 km dall’aeroporto, www.tashkent-palace.com.
Cucina locale: Sim Sim Restaurant, eccellenti spiedini di montone con musica dal vivo (Mukimi Street 15, tel. 871 2535434)
A SAMARCANDA: hotel Registan Plaza****, ubicato nel centro città, comodo sia ai monumenti storici della Città Vecchia sia alla zona commerciale, www.hotelsamarkand-plaza.com. Cucina locale: Platan Restaurant, specialità carne sulla brace cucinata a vista e servita al tavolo con la fiammella sotto il piatto, Pushkin 2, tel. (66) 2338049. Azienda artigianale produttrice di carta fuori Samarcanda: Samarkand Koni Ghil Meros, esportazione in Iran e Giappone, mail sammeros_68@yahoo.com
A KHIVA: hotel Asia***, ubicato di fronte a Tash Darvaza, l’ingresso meridionale di Ichan Kala, la città vecchia, www.hotelasiakhiva.uz. Cucina locale: Khorezm Art Restaurant, all’interno della madrasa Allakuli Khan,  Madrasa Allah Kulikhan, Khiva, Uzbekistan tel. 998 623757918.
A BUKHARA: hotel Buckara Palace****, ubicato in centro con piscina, sauna e massaggi orientali, dispone di 440 camere dotate di tecnologie all’avanguardia, www.hotelbukharapalace.com
DA ACQUISTARE: la Suzane, tessuto di cotone ricamato con fili di seta, lungo fino a 2-3 metri e largo 2 metri, utilizzato come decorazione parietale. Il nome, di origine tagika, significa “ago”.
PER APPROFONDIRE: presente in ogni città uzbeka, il termine madrasa in arabo significa “scuola“. La madrasa rappresenta la più alta forma di istituzione scolastica, originariamente focalizzato all’apprendimento dei fondamenti dell’Islam e riservata solo ai più abbienti. A partire dal XIX secolo, sotto l’influenza del colonialismo europeo, molte madrase assunsero la configurazione di università, organizzandosi in facoltà e insegnando anche dottrine non teologiche, non più privilegio solo di pochi.

Bukhara

Bukhara

Da Khiva a Bukhara – A Tashkent, la capitale città-giardino completamente ricostruita dopo il terremoto del ‘66, si atterra e si riparte. Nel frattempo vale la pena di raggiungere la parte vecchia con la madrasa Kukeldash, la Barak Khan fondata nel XVI sec. da un discendente di Tamerlano, la moschea Tillya Sheykh, il mausoleo Kafal Shashi, tomba del poeta e filosofo dell’islam che visse dal 904 al 979. Nella Tashkent moderna, s’erge maestosa una statua di Tamerlano nella piazza Amir Temur, a pochi passi dalla piazza dell’Indipendenza. Quasi due ore d’aereo collegano Tashkent a Urgench (sconsigliata la strada, in condizioni pessime). Da qui, dopo 30 km si giunge a Khiva, la città “dentro le mura”, la più antica e meglio conservata cittadina sulla “Via della seta”, purtroppo, però, completamente ricostruita. Antica capitale della Corasmia e del khanato di Khiva, inglobata nell’Uzbekistan nel 1924, rivive nello splendore dell’Ichon-Qala, primo sito in Uzbekistan ad essere iscritto tra i Patrimoni dell’Umanità nel 1991. Da visitare: la Casa di Pietra (Tosh Howli), la Madrasa Allah Kuli Khan, il Bazaar e il Caravansarai, la Madrasa Mohammed Amin Khan, il mausoleo di Pakhlavan Mahmud, eroe e patrono di Khiva, la Madrasa Islam Khoja, la Moschea di Juma, interessante per le sue 213 colonne di legno alte 3,15 m., in stile arabo. A 225 km ad ovest di Samarcanda, capoluogo della provincia omonima, Bukhara è situata al centro di un’oasi attraversata dal canale Shakhrud. La scoperta di giacimenti di gas naturale intorno al 1950 contribuì grandemente allo sviluppo economico della città. Presumibilmente fondata intorno al I secolo d.C. divenendo presto un prospero centro sulla Via della Seta, conquistata da Tamerlano nel 1370, incanta per la bellezza della fortezza Ark, nucleo originario della città abitato fin dal IV secolo a.C., una città nella città, casa dei governanti di Bukhara per un millennio. Nel 1920 un incendio distrusse tutti gli edifici in legno. La ricostruzione è avvenuta sulla base di documenti di archivio. Colpisce il monumentale ingresso alla cittadella, una porta fiancheggiata da due alte torri; a fianco si trova un padiglione del XVII secolo adibito a sala di concerti. Degno di nota è il palazzo dell’Emiro con la sala del trono e le sale dell’udienza. Da visitare anche la scuola coranica (Madrasa) di Nadir Khan Devanbegi, adibita dapprima a caravanserraglio, con la sua sala di riunione dei mistici sufi ( khanaqa ), la moschea Mogaki-Attari, unica per i suoi ornamenti che riprendono concetti zoroastriani e buddisti, risparmiata con l’alto minareto Kalon (in Taijk: grande) dalla furia distruttrice di Genghis Khan, il Mausoleo di Isma‘il Sam‘an, fondatore della dinastia dei Samanidi, vassalla dei Tahiridi, costruita con mattoni in terracotta e Taqi Sarrafon, la moschea Magok-I-Atori, dove si potranno ammirare i resti di un monastero buddista, di un tempio e di una moschea, la madrasa Nadir Divanbegi, costruita nel 1630 e la Madrasa Kukeldash, una delle più grandi scuole islamiche dell’Asia Centrale.
CUCINA: la cucina uzbeka, come quella centro-asiatica, è molto simile a quella mediorientale: riso, condimenti saporiti, verdure e legumi preparati in mille modi, yogurt e carne grigliate. I piatti più comuni sono il laghman (assai simili ai tagliolini cinesi), il plov (praticamente uguale al riso pilaf persiano: riso con carne fritta e bollita, cipolle e carote, ceci, uva passa e frutta), il nan che si trova pressochè ovunque in Asia (pane rotondo e piatto), il samsa con ripieno di verdure che equivale al samosa indiano. Poi carne di montone, di pecora, di cavallo e di pollo, con cui vengono fatti ottimi spiedini serviti con nan e cipolle. La bevanda per eccellenza è il tè, bevuto sempre in modo cerimonioso.

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