"Chi viaggia senza incontrare “l’altro”, non viaggia, si sposta”.
Alexandra David Neel

Sudan, 3200 km in solitaria per raggiungere il mitico Jebel Uweinat

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Piramdii Meroe In fuoristrada si attraversano i tre deserti del Nord Sudan, 3200 chilometri solitari di fuoripista da Khartoum per raggiungere il mitico Jebel Uweinat, solitaria “montagna sacra” di oltre 2000 metri, punto di confine tra Egitto, Sudan e Libia, l’ultima e non completamente esplorata zona del Sahara.
A bordo di un Toyota Land Cruiser 80 si attraversano dune sconfinate che nascondono i templi millenari semi-sommersi dei Faraoni Neri e del leggendario Regno di Kush. Il Sudan è un paese sicuro e l’instabilità politica che si manifesta solo nel Darfur, nell’estremo Ovest, è lontana quasi mille chilometri.

Primo punto per il rifornimento carburante è Khartoum, dove viene venduto sia a litri sia a galloni (4 litri), il costo di un litro di gasolio è SDG 1 (circa un terzo del prezzo in Italia) ma allontanandosi dalla capitale il prezzo del carburante aumenta anche del 30-40%. Quasi totale l’assenza di cartelli nei deserti occidentali e orientali del Sudan, poco frequentati da automezzi locali ai quali chiedere informazioni.

SUDAN Deserto OccidentalePer guidare in Sudan è necessario richiedere il “travel and photo permit”, non semplice da ottenere in quanto quasi nessuno parla inglese e tutte le scritte degli uffici sono in arabo (si consiglia di rivolgersi all’hotel per delegare l’espletamento delle pratiche). Nei siti archeologici è inoltre necessario l’“archaeological permit”, che deve essere pagato all’ingresso dei siti (in quelli secondari, in mancanza di un ufficio, si paga nel sito più vicino). Permesso obbligatorio anche per scattare fotografie: il “photo permit”, rilasciato assieme al “travel permit”, è gratuito per le macchine fotografiche ma viene richiesta una tassa variabile per le videocamere. Divieto assoluto di fotografare ponti, mercati, installazioni militari e militari in divisa, disposizione imposta dalla giunta militare che governa il Paese. Arrivati nella capitale Khartoum (dall’arabo al-khartūm الخرطوم, “punta di proboscide”, probabilmente in riferimento alla forma della penisola), lo sguardo si sofferma sul Nilo Azzurro che nella Nile Avènue si unisce al Nilo Bianco. Leggenda e storia s’intrecciano nella confluenza dei due fiumi, fonte d’ispirazione per infinite spedizioni di esploratori europei che nel XIX secolo risalivano il Nilo Bianco alla ricerca delle sorgenti del Nilo (il “fiume della vita”), divenuto l’emblema della scoperta e della conquista dell’allora misterioso entroterra dell’”Africa nera” nella cultura occidentale.

Ed è proprio il Nilo il filo conduttore della storia del Sudan, corridoio naturale di carovaniere e scambi commerciali e culturali tra la cultura egizia e mediterranea e l’Africa Nera, interrotto da sei cataratte che ne rendono impraticabile la navigazione. Unico nel suo genere nel continente africano, questo crocevia di usanze e tradizioni ha portato ad un Paese, il Sudan, diverso da qualsiasi altro. Da fine aprile ad agosto una barriera di polvere color rosso-marrone alta anche centinaia di metri appare all’orizzonte portata dal vento Habub rendendo molto difficile la guida nel deserto.

Old Dongola desertoMa da ottobre ad aprile, in fuoristrada, seguendo il satellitare Garmin, si attraversano le tre aree desertiche sudanesi, ciascuna con caratteristiche morfologiche diverse. Ad est del Nilo fino al Mar Rosso si estende il deserto nubiano, il deserto occidentale a ovest del Nilo fino al confine con il Chad e il deserto del Bayuda racchiuso nella grande ansa del Nilo. Di tanto in tanto bisogna sgonfiare leggermente le gomme per facilitare la guida sulle dune. Sudan è il nome attuale dell’antica Nubia e deriva dall’arabo “Bilad as-Sudan” che significa “paese dei neri”. Difficilmente penetrabile, l’attuale Sudan del Nord è, con una superficie pari a circa 1.850.000 kmq, il terzo più vasto stato africano. Da Khartoum, si guida in direzione nord verso il deserto della Nubia, abitato solo da nomadi, prevalentemente pianeggiante e sabbioso con poche dune, fino alla catena di montagne che lo separa dal Mar Rosso, percorso facile e privo di difficoltà tecniche particolari per la guida fuoristrada. Nessuna traccia di pneumatici nella sabbia, nessun insediamento permanente, nessuna oasi e pochi pozzi. Una terra soffocata da un caldo a tratti insopportabile e percorsa dalla polvere che imperversa ovunque ma abitata da popolazioni incredibilmente ospitali e genuine, avvolte nei colorati thop, una stoffa leggera con cui le donne si fasciano lasciando scoperto il viso, per motivi religiosi e per ripararsi dal sole e che, vivendo in una delle zone più remote dell’Africa, conservano ancora tradizioni autentiche. In mezzo al nulla una nomade, senza parlare, ci invita a entrare nella sua capanna. Viaggiando lungo la sabbiosa pista che attraversa il deserto nubiano si seguono due incredibili rotaie che provengono dal nulla e proseguono dritte verso l’orizzonte. La “ferrovia del deserto” fu la sfida della campagna del generale Kitchener: all’inizio del 1897 il piccolo paese di Wadi Halfa fu trasformato in un inedito deposito di materiale rotabile, divenendo in breve tempo il primo centro industriale del Sudan. Anche se non più attiva dal 2010, fermarsi a visitare la stazione n. 6 è comunque un’emozione. In mezzo al deserto assolato, alcuni edifici abbandonati, un telegrafo d’altri tempi, vecchi ferri battuti e ottoni ricordano una stazione inglese sullo sfondo di un manipolo di persone che vivono a ridosso delle rotaie grazie all’acqua trovata dagli inglesi.

DA SAPERE PRIMA DI PARTIRE

QUANDO ANDARE: da ottobre ad aprile.
NOLEGGIO FUORISTRADA: non noleggiati senza autista. In Sudan non esistono società internazionali di noleggio auto ma nelle reception degli hotel consigliano società locali.
VISTO D’INGRESSO: da richiedere prima della partenza all’Ambasciata del Sudan a Roma (Via Panama 48, tel. 06 33222138, www.sudanembassy.it. Orari: ore 8.30-14, chiuso venerdì, sabato e domenica).
REGISTRAZIONE PASSAPORTO IN SUDAN: appena entrati, si hanno tre giorni di tempo per la registrazione del passaporto presso l’Alien Office (costo SDG 95; necessari una fototessera, un modulo e il passaporto, da portare alla stazione di polizia). Se si atterra in aereo, la procedura viene svolta generalmente a Khartoum dall’hotel dove si pernotta la prima notte.
PATENTE INTERNAZIONALE: non necessaria, anche se consigliata. Rilasciata in Italia dall’Ufficio Provinciale della Motorizzazione Civile, con validità tre anni. Cintura di sicurezza obbligatoria.
IN SUDAN NON SI ACCETTANO CARTE DI CREDITO a causa dell’embargo attuato dall’ONU in seguito alle sanguinose azioni militari di pulizia etnica attuate dal regime militare sudanese nella regione del Darfur. Valuta locale: Sterlina Sudanese (SDG).
VACCINAZIONI: non obbligatorie.
PERMESSI PER GUIDARE IN SUDAN: sulle strade asfaltate fuori Khartoum si deve pagare il pedaggio in valuta locale (non possibile in dollari) nelle arterie che conducono da una regione all’altra; in tutto il Sudan non sono accettate le carte di credito, quindi si suggerisce di procurarsi piccoli tagli. Viaggiare in Sudan non è semplice e richiede esperienza. Pochi i “punti d’ingresso” per raggiungere il paese con il proprio mezzo (per entrare è necessario il “temporary import permit”, validità sei mesi). Da nord, dall’Egitto, l’unica possibilità è utilizzare il traghetto sul lago Nasser (tutti i passaggi via terra sono chiusi al transito di stranieri). In realtà non si tratta di un vero e proprio traghetto, ma di una piattaforma trainata da un rimorchiatore dove viaggiano merci ed eventuali automezzi. Il traghetto vero e proprio, quello dove viaggiano i locali, opera una volta alla settimana e impiega circa 22 ore da Assuan in Egitto a Wadi Halfa, nel nord del Sudan. La piattaforma con gli automezzi invece impiega circa 36 ore e parte un giorno prima del traghetto per arrivare a Wadi Halfa contemporaneamente ai passeggeri. Da Sud l’unica frontiera aperta è con l’Etiopia a Gallabat. Le altre frontiere con l’Eritrea, il Sud Sudan, la Repubblica Centrafricana e il Chad risultano chiuse. Ultima possibilità è spedire la vettura con una nave cargo a Port Sudan, soluzione sconsigliata per l’estrema lentezza (anche superiore ad una settimana) per sdoganare la vettura e l’importo esoso richiesto dalle autorità a titolo di deposito per concedere il documento di importazione temporanea. Nelle altre frontiere, invece, risulta semplice l’importazione temporanea, nonostante non sia riconosciuto il “Carnet De Passage En Douane” (con una spesa limitata si ottiene il documento che autorizza l’ingresso).

SPEDIZIONI NEL DESERTO SUDANESE: da molti anni il tour operator “I Viaggi di Maurizio Levi”, tramite la propria agenzia di Khartoum “The Italian Tourism Co. Ltd”, organizza spedizioni in fuoristrada nel deserto Sudanese con tre itinerari da ottobre ad aprile: “Magica terra millenaria” (15 giorni), “Il Regno dei Faraoni Neri” (9 giorni) e “I tre deserti e il Jebel Uweinat”, guidati da esperte guide locali. Info www.deserti-viaggilevi.it, www.italtoursudan.com
DOVE DORMIRE CON VISTA SULLE PIRAMIDI DI MEROE: Campo tendato di Meroe, a 3 km dalle piramidi di Meroe, su una piccola collina in pieno deserto circondato da montagne di roccia nera ricoperte da lingue di sabbia gialla, il Meroe Camp è l’unica struttura locale, fondata dall’imprenditrice italiana Elena Valdata, pioniera del turismo in Sudan. Composto da 22 grandi tende fisse (4mt x 4mt) con due confortevoli letti con coperte e lenzuola, veranda con tavolino e sedie, luce elettrica. Wc, docce e lavandino in strutture separate una per ogni tenda, struttura ristorante coperta con una nuova terrazza con vista sulle piramidi, cucina europea. A KARIMA: a sud della Quarta Cateratta, la Nubian Rest-House, localizzata proprio alla base del Jebel Barkal, la “Montagna Pura”, è costituita da 22 camere con bagno privato, sala ristorante, terrazzo e reception, costruiti in tipico stile nubiano ed arredate in stile etnico. Info: www.italtoursudan.com

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