"Chi viaggia senza incontrare “l’altro”, non viaggia, si sposta”.
Alexandra David Neel

Nicaragua, trekking fra i vulcani

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Vulcano Momotombo

Vulcano Momotombo
dal lago di Managua

A piedi si perlustrano riserve naturali e foreste pluviali, tra vulcani spenti e altri ancora in attività, attraversando coltivazioni di frutta e caffè in un territorio punteggiato da città coloniali, ricche di una storia millenaria. In epoca precolombiana punto di incontro tra le civiltà amerinde del nord e del sud, conquistata dagli spagnoli nel 1522 e indipendente dal 1821, fino al 1933 il Nicaragua ha subito una forte ingerenza politica, economica e militare da parte degli Usa, poi la dittatura filoamericana dei Somoza, abbattuta nel 1979 dalla rivoluzione sandinista sfociata poi nella guerra civile con i contras; dopo la cessazione delle ostilità, dal 1988 governa un fronte democratico.


Si cammina immersi in una natura forte, avvolgente, punteggiata da 58 vulcani di cui 6 ancora attivi e una vasta depressione tettonica sud-occidentale occupata da due enormi laghi, il Nicaragua 8.157 kmq (secondo nell’America latina e tra i maggiori al mondo, grande 22 volte il Garda), quasi un mare interno con 400 isole dove viveva l’unico squalo d’acqua dolce, e il Managua 1.035.

las isletasDalla zona di Matagalpa si cammina osservando la meravigliosa vista della catena montuosa della Riserva Datanli. In fuoristrada si giunge sino a La Dalia, arrivando a la Finca “La Sombra” per camminare lungo i sentieri della proprietà, assaggiando lamponi, fragole, more, ortaggi, coconas e rosa de jamaica (tipici frutti latino americani, ottimi i loro succhi). Il percorso continua per 4.200 metri di sentiero per le montagne passando per sorgenti d’acqua e alberi la cui età supera i 150 anni. Il giorno successivo si cammina sei ore nella zona di Macizo de Peñas Blancas, luogo impressionante che forma una parte della riserva Biósfera de Bosawás, con uno dei monti più alti del paese (1.745 mslm), conosciuto per la sua maestosa ed esuberante natura. Qui si osservano una gran diversità di ecosistemi che includono foreste tropicali e pluviali, cascate, alberi centenari di specie in estinzione, e tante specie di flora e fauna.
Da qui si raggiunge Estelí, una delle principali città del nord del Nicaragua e lungo il percorso si sosta a La Garnacha, per visitare un caseificio e osservare la lavorazione del formaggio di capra. A La Garnacha sorge il Centro Visitatori della Riserva Naturale del Tizey, con una bella vista panoramica della zona occidentale del Nicaragua, soprattutto della catena vulcanica Los Maribios, che comprende dal vulcano San Cristóbal al vulcano Momotombo.
Entrando nella riserva si raggiungono il Mirador e la scultura di pietra più grande della zona, realizzata in 40 anni da un contadino originario di queste zone. Merita una sosta Las Peñitas, località costiera a soli venti chilometri dalla città coloniale di León.
A bordo di un kayak si raggiunge la Riserva Naturale Isla Juan Venado per osservare la foresta di mangrovie che ospita un’innumerevole quantità di volatili, coccodrilli, granchi e altri crostacei che vivono nella regione. Nel periodo da agosto a dicembre il percorso viene effettuato nel pomeriggio per aver la possibilità di osservare le tartarughe marine Paslamas che vengono a depositare le uova in questa spiaggia.

 

laguna di MasayaDa qui il trekking prosegue ai piedi del vulcano Telica, uno dei più attivi e meno esplorato del Nicaragua, che raggiunge un’altezza di 1.061 metri e da cui si attraversa la foresta tropicale per raggiungere il cratere. A León, caratteristica città coloniale, si visitano Cattedrale, la tomba di Rubén Darío, il Museo di Arte Ortíz Gurdián e i principali edifici coloniali della città e si prosegue per Managua, dove si trovano il Parco Centrale, le rovine della Cattedrale di Santiago, il Palazzo Nazionale della Cultura e il Mirador Tiscapa. 
Nella riserva privata El Chocoyero si percorrono i sentieri di una fitta foresta, dove nidificano i chocoyos (specie di volatile) fino ad arrivare alla cascata “El Brujo”. Da San Jorge si naviga verso l’isola di Ometepe, la maggior isola lacustre al mondo, “l’isola della terra rossa, delle scimmie e delle farfalle. L’isola delle piogge torrenziali e che in pochi minuti cancellano la strada”, sormontata da due vulcani gemelli e disseminata di petroglifi e statue monolitiche lasciati dagli Olmechi giunti fin qui dal Messico prima dell’anno 1000. Dopo la visita del Museo Archeologico El Ceibo si cammina nei dintorni della riserva Charco Verde. Da Ometepe si parte per la Stazione Biologica e il vulcano Maderas (1.400 metri) per una camminata di circa sei ore.

 

Iglesia de xalteva, Granada

Iglesia de xalteva, Granada

Da porto San Jorge si raggiunge Granada, la cui architettura coloniale ci riporta al diciottesimo secolo: le sue strade strette dove transitavano carrozze trainate da cavalli permettono di avere un’idea concreta delle abitudini dell’epoca della conquista spagnola. Suggestivi anche i canali delle Isletas, nel Lago di Nicaragua, che si trovano ai piedi dell’imponente Vulcano Mombacho.

 
amache NicaraguaQuando andare in Nicaragua: dicembre e gennaio
Documenti necessari: passaporto, visto non richiesto.
Info Ambasciata Nicaragua Roma (Via Brescia, 16. Roma, 00198 – Tel. 068413471).
Capitale: Managua, scoperta nel 1528 da Fernandez de Oviedo
Durata: 16 giorni / 14 notti
Itinerario: Matagalpa – El Arenal – Finca la Sombra – Reserva Bosawas – Estelí – Playa Las Peñitas – San Juan Venado – Vulcano Telica – León – Managua – Laguna de Apoyo – El Chocoyero – Ometepe – Vulcano Maderas – Granada – Managua
Da 2.295,00 euro
Info: “Vuela con noi”, tel. 02.26.80.91.17, info@vuela.it, www.vuela.it
Da leggere prima di partire: “Viaggio in Nicaragua. Diario di viaggio tra le dolcezze di un paese dimenticato” di Viscito M. Grazia, Edizioni Greco e Greco (2013, pag 174).

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