spedizione
Spedizione nei deserti del Sudan del Nord
di Giulio Badini – Quando il Sahara era verde, era solcato da alcuni fiumi che arrivano addirittura a versare le loro acque nel Nilo come affluenti di sinistra.
Due in particolare, il wadi Hovar e, più a sud, il wadi El Malik (o Milk), anche se ormai fossili presentano ancora una chiara morfologia fluviale, attestata anche da qualche pianta e dai rari pozzi che attingono alla falda freatica, permettendo la sopravvivenza a sparuti nuclei di nomadi Hassanya e Manasir ed alle loro mandrie.
Djara Cave, la più grande grotta calcarea del Sahara
Reportage – Quasi non si vede, sommersa dalla sabbia.
Ma a 160 km ad est di Farafra si apre nel terreno la più grande grotta calcarea del Sahara. Isolata in quella parte di deserto costituito da un altopiano calcareo tra la strada delle oasi e il Nilo, dove non transita quasi nessuno, fu scoperta dall’esploratore tedesco Gerhard Rholf nel 1883 nel corso di una traversata che dal Nilo doveva condurlo fino all’oasi di Kufra in Libia.
Da allora e per circa 120 anni non si sono più avute notizie.
Zanzibar, l’isola che profuma di spezie
Reportage – “Hakuna matata” (“senza problemi”) ripetono con un sorriso in lingua swahili gli abitanti di Zanzibar all’aeroporto, dove il nastro trasportatore dei bagagli non esiste e tutte le operazioni vengono ancora svolte lentamente a mano in un caldo soffocante. Un modo diverso di affrontare imprevisti e problemi, senza preoccupazioni e “pole pole” (“piano piano”), a cui noi europei non siamo più abituati. Ma fuori dall’aeroporto una natura forte, avvolgente, dominante e speziata, con palme che sfiorano il cielo terso, proietta all’istante in un angolo di mondo ospitale, lontano dalla frenesia e dal rumore, lambito da spiagge di sabbia bianca “effetto borotalco” e dalla bellezza inesplorata della barriera corallina.