"Chi viaggia senza incontrare “l’altro”, non viaggia, si sposta”.
Alexandra David Neel

In fuoristrada dall’Oman a Dubai

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Panorama Omandi Giulio Badini – In fuoristrada si attraversa il Rub al Khali, non ancora interamente esplorato e praticamente disabitato, “il deserto dei deserti” esteso su un’area di 650.000 kmq per arrivare a Dubai, epicentro economico e finanziario a livello mondiale, con uno sviluppo edilizio e demografico senza pari.

 

in fuoristrada sulle dune dell'Oman

in fuoristrada sulle dune dell’Oman

Dietro una pescosissima costa lunga 1.700 km, maggior risorsa del paese, disseminata di spiagge infinite, dove sorge anche l’elegante capitale Muscat, si estende una brulla catena di montagne alte fino a 3.000 m con oasi verdeggianti ricche d’acqua, e poi due consistenti deserti, le Wahiba Sands con i suoi pastori beduini le cui dune gialle si smorzano sull’oceano, nonché la porzione meridionale del Rub al-Khali, secondo deserto al mondo per estensione e maggior concentrazione di dune in assoluto (anche le più alte). E poi il sud, la terra di produzione dell’incenso e della frutta esotica, che in contrapposizione all’arido nord si presenta verde quanto la Svizzera per uno strano gioco di piogge monsoniche. A cui aggiungere monumenti storici, riserve naturali, artigianato di pregio ed efficienti strutture ricettive.
Dal Sultanato dell’Oman si giunge a Dubai, uno dei sette territori desertici federati negli Emirati Arabi Uniti (grande un quinto della Sardegna), fino al 1970 un anonimo porto sul golfo Persico abitato da pescatori di perle e piccoli commercianti, con un clima desertico-marino pessimo (estati fino a 48°C, con minima sempre sopra ai 30, ed elevata umidità) e penuria d’acqua. In 40 anni, e con i proventi del petrolio (comunque assai inferiori a quelli dei vicini), la visione futurista del saggio emiro è riuscita a trasformarlo in uno degli epicentri economici e finanziari a livello mondiale, con uno sviluppo edilizio e demografico senza pari. Oggi Dubai è la città dei primati: tanto per citarne qualcuno, vanta il maggior aeroporto al mondo, al servizio di una delle compagnie più dinamiche, e il porto più esteso, The World (300 isole artificiali residenziali) e Palm Island (tre penisole artificiali residenziali a forma di palma), il maggior centro commerciale e il maggior parco divertimenti (comprese due stazioni di sport sulla neve), l’unico albergo al mondo a 7 stelle e il grattacielo più alto (828 m), senza contare che 22 dei 100 grattacieli più elevati si trovano proprio qui. Una vera Manhattan nel deserto, capace di attirare milioni di turisti e di uomini d’affari da tutto il pianeta per uno shopping a tutti i livelli, con prezzi decisamente competitivi stante l’assenza di qualsiasi tassa.

Le nuove tendenze del turismo
Può sembrare strano, ma anche il turismo subisce le mode. Ci sono destinazioni un tempo assai gettonate, oggi in netta flessione e sostituite da altre emergenti. In un recente passato tirava la crociera sul Nilo, la Russia sovietica, l’India misteriosa, il mare esotico ai Caraibi o in Thailandia, mentre oggi tutti vogliono andare sul Mar Rosso, ad Ibiza o a Formentera, nella Cina del miracolo economico. Tra le nuove mete emergenti sul medio raggio, turisticamente sconosciute fino a qualche decennio fa, spiccano Oman e Dubai, confinanti nel sud-ovest della penisola arabica, entrambe monarchie ma completamente assai diversi una dall’altra per tutto il resto, tanto da attirare anche una clientela differente.

da Muscat a Dubai con Viaggi LeviViaggio dall’Italia: con “I Viaggi di Maurizio Levi” (tel. 02 34 93 45 28, www.viaggilevi.com), itinerario-novità di 12 giorni dall’Oman agli Emirati, da Muscat a Dubai. Partenze mensili di gruppo con voli di linea Lufthansa o Swiss da Milano e Roma da novembre ad aprile 2014, pernottamenti in confortevoli alberghi con pensione completa, accompagnatore dall’Italia, quote da 2.970 euro in doppia. In Oman Viaggi Levi propone diversi altri itinerari di varia durata.
deserto dell'OmanIn fuoristrada nelle dune del Rub al Khali
“Il deserto non si abita, si attraversa” dicono i pastori beduini, gli Arabi più autentici, sempre alla ricerca di nuovi pascoli e di acqua. Si attraversa il territorio omanita, tremilacinquecento chilometri da Nord a Sud attraverso il grande deserto dell’Arabia fino alle coste dell’oceano Indiano, una spedizione di quindici giorni su Toyota Land Cruiser a benzina 4,5 lt con 6 cilindri, pneumatici Michelin 7,50 x16 AT, dalle aspre montagne di 3.000 metri adornate da sperduti villaggi di pietra, alla Wahiba Sands, il deserto di sabbia che si perde nelle acque turchesi dell’oceano, enormi spiagge a pochi metri dalle onde con insediamenti di pescatori, colonie di uccelli, tartarughe, piccoli golfi, lagune e neri promontori vulcanici. Nella capitale Muscat si noleggiano fuoristrada in ottime condizioni (anni 2011-2012 o 2008-2010), in quanto pochissimi utilizzano le auto in fuoristrada.

dune in fuoristrada

dune in fuoristrada

Disponibili anche modelli base senza vetri elettrici, con inserimento manuale delle 4×4, diminuendo così il rischio di guasti elettrici. Consumo medio circa 4 km/l, determinato dagli equipaggiamenti per un viaggio nel deserto (coppia di piastre antisabbia in alluminio, coppia di piastre antisabbia in fibra di vetro, pala, rastrelliera per trasporto taniche in ferro per il carburante, serbatoio per acqua potabile da 100 litri, sospensioni e ammortizzatori rinforzati, utensileria fornitissima per riparazioni meccaniche e pneumatici, filtro per sabbia, un compressore 12 v. professionale con manometro, tre stroops per traino lunghezze diverse, kit completo per assistenza medica, quattro casse stagne alluminio e un baule superiore stagno per zaini, sacchi a pelo e tende). Ultima stazione di servizio ad Hayma sulla grande strada asfaltata che collega il Nord con il Sud, necessario essere autosufficienti fino a Thumrait per circa 800 km (calcolare quindi almeno 200 lt di benzina da trasportare in taniche di metallo da 20 litri). Le vetture dispongono di serie di due serbatoi per un totale di circa 130 litri, necessario portare almeno quattro taniche. Lungo la traversata non si incontrano pozzi per almeno quattro giorni: indispensabile quindi calcolare 20-25 litri di acqua per ciascun passeggero. Nel deserto omanita si guida calibrando con attenzione la velocità per evitare di “spanciare” sulla cresta delle dune se si cerca di superarle troppo lentamente ma senza procedere troppo velocemente per evitare di effettuare un salto. Si procede sempre lungo la linea di massima pendenza, mai in diagonale. Le dune sono di tipo stellare, con creste sabbiose che si sviluppano in tutte le direzioni a causa della variabilità della direzione del vento. Man mano che ci si addentra nel deserto, le dune diventano più alte e più spettacolari, spesso separate da bacini piatti di colore bianco, resto di un antichissimo fondo marino. Lo straordinario attraversamento dello sconosciuto Rub al Khali, oceano sterminato di enormi e spettacolari dune rosse, ripercorre le rotte delle carovane che, fino al I° secolo d.C., trasportavano l’incenso per giungere alle “Vie della seta e delle spezie”, impresa considerata impossibile con le dimensioni attuali del deserto. Geologicamente il Rub al Khali nasconde sotto la sabbia alcuni dei giacimenti di petrolio più importanti al mondo; il sito di Sheyba è ricchissimo di greggio ed il campo petrolifero di Ghawwar è il più grande al mondo, entrambi in Arabia Saudita. Nella parte omanita le ricerche sono solo all’inizio. Sono state aperte alcune piste nel deserto per permettere ai camion delle compagne petrolifere di raggiungere i giacimenti ed effettuare nuove ricerche, non segnalate sulle mappe.
auto beduinaLe grandi dune stellari della parte omanita del Rub al Khali fanno da cornice ad aree pianeggianti che cambiano colore in base alla luce passando da un bianco gesso ad un azzurro intenso, ricordando antichi laghi. Sono stati ritrovati fossili di denti di ippopotamo, resti di corna di gazzelle e di bufali acquatici, comprovando scientificamente ciò che la fantasia umana poteva solo immaginare. La vastità del deserto rende però estremamente difficile la localizzazione costante dei fossili, mentre una guida esperta non avrà difficoltà a trovare geodi e rose del deserto, localizzate in alcune aree ben definite ma con una concentrazione elevatissima. Dal Rub al Khali si guida con un GPS Garmin 45 tarato secondo il sistema WGS 84 fino a Salalah, nell’estremo sud, attraversando le montagne del Dhofar, dove il silenzio della natura avvolge gli alberi dell’incenso (“boswelia carteri”), dalla cui resina l’Oman ottenne la ricchezza per molti secoli, fino a  raggiungere l’Oceano Indiano. Rimasta chiusa per molti anni a causa di tensioni indipendentiste della regione del Dhofar, la vegetazione è curiosamente caratterizzata da un microclima tropicale dove crescono cocchi, manghi, papaye e altri frutti tropicali, un netto contrasto con l’arido deserto appena lasciato.

 

Muscat dal mare

Muscat dal mare

Consigli di viaggio
PERMESSI MILITARI PER IL DESERTO: per il Rub al Khali sono necessari permessi militari in quanto si passa molto vicino al confine con l’Arabia Saudita. Si richiedono ad un’agenzia locale e sono necessari alcuni giorni. Se nell’itinerario è previsto l’accesso via terra alla penisola di Musandam, si devono richiedere due visti, dato il transito necessario negli Emirati Arabi Uniti; se si arriva in Musandam per via aerea, basta il visto emesso all’arrivo a Muscat.
NOLEGGIO FUORISTRADA: sufficiente la patente italiana. In Oman è facile noleggiare un’automobile. Presenti le agenzie di autonoleggio internazionali Avis, Budget, Europcar e Thrifty, ma si consigliano quelle locali, affidabili, valide e meno costose. Per le auto normali si parte da OR14, mentre per le 4×4 da OR35. La segnaletica è sia in arabo sia in inglese. Non sono molti i controlli sulle strade dell’Oman, ma la polizia stradale è comunque molto severa nel far rispettare i limiti di velocità di 120 km/h in tutto il Paese. Nella capitale Muscat è proibito circolare con vetture sporche di fango e sabbia.

Moschea a Muscat

Moschea a Muscat

QUANDO ANDARE: da metà ottobre a metà marzo. Nelle regioni interne dell’Oman il clima è temperato e secco (più umido sulla costa), soleggiato con media escursione termica tra giorno e notte. In inverno le medie sono di 25°-30° di giorno e 8°-12° di minima. Nei mesi autunnali e primaverili, le temperature diurne oscillano attorno ai 35°-40° e quelle notturne da 15° a 20°.
VISTO D’INGRESSO: visto consolare rilasciato all’aeroporto di Muscat all’arrivo previo pagamento di 20 Omani Riali per soggiorni fino a 30 giorni (Euro 45 circa) o di 5 Omani Riali fino a 10 giorni. Passaporto con due pagine libere, con almeno sei mesi di validità dalla data di ingresso. La presenza di un timbro israeliano sul passaporto può comportare il mancato rilascio del visto d’ingresso. Info Ambasciata del Sultanato dell’Oman in Italia (tel. 06 3630 0517, mail embassyoman@virgilio.it).
SANZIONI CODICE STRADALE: la normativa locale relativa alle violazioni del Codice della Strada è particolarmente severa. L’ammontare minimo della sanzione pecuniaria è di 75 Riali (150 euro circa) e per le violazioni più gravi è previsto anche il fermo per 48 ore. Info www.viaggiaresicuri.it
DIVIETO DI FOTOGRAFARE: postazioni militari (polizia compresa) e “strategiche” (ponti, stazioni ferroviarie, aeroporti).
VACCINAZIONI: nessuna.
DA LEGGERE PRIMA DI PARTIRE: “Medioriente in armonia fra tradizione e futuro” (Ed. Polaris, di Maurizio Levi e Carla Piazza).

Fireworks in Dubai

Fireworks in Dubai

Dubai, 500mila fuochi d’artificio illuminano gli Emirati
500mila fuochi d’artificio lanciati da 400 punti su 96 km di coste, dal grattacielo Burj Khalifa, l’edificio più alto del mondo, fino alle isole artificiali di Palm Jumeirah e The World. Sei minuti costati 6 milioni di dollari hanno illuminato a giorno gli Emirati, entrando nel Guiness nel Guiness dei Primati come il più imponente mai realizzato. Protagonista assoluto l’Atlantis, The Palm, primo resort-destinazione degli Emirati situato al centro di The Palm a Dubai. Aperto nel settembre 2008, questo spettacolare resort ispirato al mondo sottomarino, propone nei suoi 46 ettari un’incredibile varietà di attività e attrazioni, tra cui il suo Aquaventure Waterpark, un immenso parco acquatico di 17 ettari.

Atlantis Fireworks

Atlantis Fireworks

Il resort ospita inoltre il più grande ambiente marino all’aperto con oltre 65.000 esemplari marini nelle sue lagune e The Lost Chambers Aquarium, un viaggio attraverso il mito di Atlantide fra labirintici corridoi e passaggi sottacqua. L’Aquaventure utilizza 18 milioni di litri di acqua per i suoi adrenalinici scivoli, con percorso da 2,3 km, onde, piscine e rapide. Dolphin Bay è un centro per la salvaguardia dei delfini creato per offrire agli ospiti l’opportunità unica di conoscere da vicino questi incredibili mammiferi. Atlantis, The Palm è anche conosciuto come la destinazione culinaria della regione grazie ai suoi rinomati e premiati ristoranti tra cui Nobu e Ronda Locatelli. Il resort dispone inoltre di lussuose boutique e centro congressi perfettamente equipaggiato per incontri di lavoro e convention. Info www.atlantisthepalm.com

Come arrivare a Dubai: con Emirates, la compagnia di bandiera, voli giornalieri da Roma e Milano, www.emirates.com/it
Info turistiche: Dubai Department of Tourism and Commerce Marketing, Dubai Tel. (9714) 2230000 www.dubaitourism.ae
Cosa vedere a Dubai: Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo nel quartiere Downtown, 828 metri, è l’edificio più alto mai costruito dall’uomo. Al 122° piano si gustano aragoste all’At-Mosphere, il ristorante più alto del mondo a 442 m. Si sale dal Dubai Mall, il centro commerciale più grande del mondo, con 1200 boutique. All’interno del Mall of the Emirates si scia in una pista artificiale, in mezzo al deserto e al futuro.

 

Le tartarughe di Ras El Hadd
Ras El Hadd è considerato, grazie alla sua posizione nell’Oceano Indiano, uno dei luoghi di riproduzione delle tartarughe verdi più importanti al mondo. Sono molto simili ai loro antenati che nuotavano nell’Oceano Indiano già durante l’era dei dinosauri circa 90 milioni di anni fa. Si spostano su grandi distanze; tra le aree di riproduzione e quelle di alimentazione possono esserci anche 3000 chilometri. Solamente 2 o 3 nati su 10.000 uova depositate raggiungono l’età adulta; i piccoli hanno moltissimi nemici, sono divorati infatti da volpi, sciacalli, granchi, gabbiani, corvi e pesci carnivori.

Ubar, l’Atlantide del deserto
Ubar era ed è la più favolosa tra le città dell’antica Arabia preislamica, ricordata dal Corano per la sua grandiosità e la superbia dei suoi abitanti. Per questo, come Sodoma e Gomorra, fu distrutta da
Dio e venne sepolta dalle sabbie, che ne cancellarono le tracce, così che divenne l’Atlantide del deserto. Nel corso dei secoli, molti tentarono senza successo di riportarla alla luce, finché si cominciò a dubitare che fosse mai esistita. Poi negli anni ’80, Nicholas Clapp si imbatte nella sua leggenda: “La ricerca di Ubar aveva un sapore da Mille e una notte, era un groviglio di storie imbastite da studiosi e avventurieri”. E’ così che inizia, con successo, la ricerca di Ubar da parte di Clapp: curiosando tra antichi manoscritti, Clapp si accorse che un’amanuense copiando la mappa Tolemaica, aveva confuso l’ 87° meridiano con il 78°! Dopo aver ricevuto alcuni dati dalla NASA, Clapp decise, insieme ad altre persone, di organizzare una spedizione alla ricerca di Ubar. La sua squadra si accorse che le torri dell’odierno villaggio di Shisur erano costruite sopra delle strutture più antiche. E scavando, portarono alla luce la città scomparsa di Ubar. Così finisce la leggenda dell’Atlantide del deserto, fondata nel 900 a.C. e distrutta da uno sprofondamento del terreno nel 400 d.C.

 

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