"Chi viaggia senza incontrare “l’altro”, non viaggia, si sposta”.
Alexandra David Neel

Deserto del Karakum, la porta dell’Inferno

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deserto del Karakum

deserto del Karakum

In fuoristrada nel deserto si guida verso la porta dell’inferno, il cratere di Darwaza, un buco di sessanta metri di diametro da cui si sprigionano fiamme rosse. Il cratere arde da oltre 40 anni, una visione – vagamente dantesca – impressionante e particolarmente suggestiva durante la notte: il chiarore delle fiamme si vede infatti a chilometri di distanza. Lo sguardo si perde nelle dune infuocate dal tramonto, prima di accamparsi per la notte a pochi metri dal cratere.

Il viaggio nel deserto prosegue in direzione ovest, per raggiungere prima i resti di Igdykala, un’antica fortezza dell’impero parto, e quindi i canyon di Yangikala, dove millenni or sono, si trovava un mare: le formazioni calcaree simili a torri e mura difensive cambiano colore a seconda della luce e, al tramonto, si infiammano d’oro, di rosso e d’arancio, regalando al visitatore uno spettacolo esaltante.

donne del deserto

donne del deserto

Alla periferia dell’ex Impero Sovietico, tra il Mar Caspio e le montagne del Kugitang, il Turkmenistan è forse lo stato di quest’area che più di ogni altro ha saputo conservare intatta la sua identità: in queste lande desolate passava la Via della Seta, sorgevano antiche fortezze e caravanserragli, banditi e predoni facevano le loro scorribande e pastori nomadi percorrevano la steppa alla ricerca di pascoli per i loro animali. Oggi il Turkmensitan è cambiato: i pastori sono diventati sedentari e nessun predone terrorizza più chi percorre le piste nel deserto, ma l’anima ancestrale del Paese, la sua identità più profonda, è viva sotto le sabbie del Karakum. Il viaggio parte da Ashgabat, la capitale del Paese, città-oasi che, come un miraggio, sorge improvvisa nel nulla del deserto. Una città moderna, piena di ampie piazze e di edifici in marmo eretti per celebrare la potenza di Turkmenbashi, il Padre della patria, a cui è anche dedicato l’Arco della Neutralità, una sorta di torre su cui svetta una statua dorata dell’ex Presidente, il controverso dittatore Niyazov. Ma la capitale offre anche l’occasione per un primo contatto con l’anima più vera del Paese: al bazar di Tolkuchka, considerato un tempo il più spettacolare mercato dell’Asia Centrale, affastellati tra banchi di frutta e verdura, si trovano pile di tappeti di ogni colore, copricapi in pelo e gioielli tradizionali. Lasciata la capitale, si prosegue verso oriente fino alle rovine di Gonur Depe, l’antica capitale del regno di Margiana, dove nacque lo zoroastrismo; sulla strada, antiche fortezze, resti di moschee e porte del deserto ci raccontano di civiltà potenti e ricchissime, sepolte dalla sabbia e lasciate per secoli in totale abbandono.
vita nel deserto del TurkmenistanE poi il deserto, quello vero, fatto di enormi dune e di piste che corrono parallele e distanti dalla strada principale. L’orizzonte è punteggiato da dromedari e da piccoli agglomerati di case e baracche in cui vivono, lontani da tutto, comunità di pastori semi-nomadi, conciatori di pelli, tessitori di tappeti, gruppi di uomini dalla pelle arsa dal sole, donne che si sottraggono allo sguardo degli estranei coprendosi il viso con un lembo del foulard che portano in testa, bambini vocianti che accolgono i visitatori con curiosità e allegria.
È un mondo altro, congelato in un tempo senza tempo, per il viaggiatore un incontro inaspettato e coinvolgente.
Dopo una sosta nella città di Turkmenbashi, sulle rive del Mar Caspio, il viaggio continua verso la città carovaniera di Dehistan, un tempo importante avamposto sulla Via della Seta, per proseguire quindi verso la parte meridionale del Karakum e il confine con l’Iran: attraversate le Montagne della Luna, ci si trova nel villaggio di Nohur, catapultati in un medioevo rurale dove le donne e gli uomini, che vestono i variopinti abiti tipici e portano alla cintola i pugnali tradizionali, si considerano i diretti discendenti di Alessandro Magno, passato di qui durante la sua spedizione verso l’India.

 

Viaggio dall’Italia: con “Kel 12” e l’esperto Paolo Brovelli, durata 12gg /10 nt, partenze 19 aprile, 17 maggio, 13 settembre, 11 ottobre. Itinerario: Italia / Ashgabat / Gonur Depe / Karakum centrale / cratere di Darwaza / Karakum occidentale / canyon di Yanginkala / Turkmenbashi / Dehistan / Montagne della Luna / Ashgabat / Italia. Da: 3.150 €, www.kel12.com

 

Notizie utili
architettura del TurkmenistanCAPITALE: Ashgabat
QUANDO ANDARE: in primavera (da aprile a giugno) e in autunno (da settembre a novembre).
DOCUMENTI: passaporto con validità residua di almeno tre mesi. Visto d’ingresso  (107 USD) da pagarsi esclusivamente in arrivo all’aeroporto di Ashgabat. L’importo del costo del visto d’ingresso può essere soggetto a variazioni da parte delle Autorità competenti senza preavviso), tassa d’immigrazione (12 USD da pagarsi esclusivamente in arrivo all’aeroporto di Ashgabat). In Italia non sono presenti Rappresentanze diplomatiche o consolari turkmene: il visto può essere richiesto all’Ambasciata turkmena a Parigi (Rue Picot, 13 75116 Parigi; tel. +01 47550536; fax 47550568) o presso qualsiasi Rappresentanza diplomatica turkmena presente all’estero. Il rilascio del visto è subordinato alla presentazione di una lettera di invito di una agenzia turistica turkmena. E’ possibile ottenere il rilascio del visto all’aeroporto o alla frontiera, solo previo positivo completamento della procedura di invito (ad esempio, da parte di una agenzia turistica o Società presente in loco) con il rilascio dell’autorizzazione all’ingresso nel territorio turkmeno rilasciata dal “Servizio Statale per le Migrazioni del Turkmenistan”.
SICUREZZA: esistono aree del Paese (Dekhistan, Kerki, Gushgi, Saraghs, Riserva naturale di Badkhyz e di Kugitang) accessibili solamente previo rilascio di apposito permesso da parte del Ministero degli Esteri. La zona lungo il confine con l’Iran, con l’eccezione del valico di frontiera, è interdetta all’accesso. Info in tempo reale su Viaggiare Sicuri www.viaggiaresicuri.it. La Farnesina consiglia di registrare in dati relativi al viaggio che si intende effettuare in Turkmenistan nel sito www.dovesiamonelmondo.it
PATENTE DI GUIDA: accettata la patente di guida italiana se corredata dalla traduzione autenticata in lingua russa. Assicurazione auto non obbligatoria
COLLEGAMENTI AEREI: non esistono collegamenti aerei diretti con l’Italia. La capitale Ashgabat è collegata con voli regolari da Francoforte (Lufthansa) e Mosca (S7/Sibir Airlines e Turkmenistan Airlines). L’aeroporto della capitale dista dieci minuti dal centro storico della città.
AMBASCIATA: l’Ambasciata d’Italia e il Consolato Generale d’Italia a Mosca sono competenti anche per il Turkmenistan: Ambasciata d’Italia
Denezhny Pereulok, 5-121002 Mosca, Russia Tel +7 (499) 2411029, mail embitaly.mosca@esteri.it
FUSO ORARIO: +4h rispetto all’Italia, +3h quando è in vigore l’ora legale.
LINGUE: ufficiale il turkmeno, parlato anche il russo.
VALUTA: Manat. Accettati i dollari Usa e, in misura minore, l’euro.
CUCINA: influenzata dalle tradizioni portate in Turkmenistan dai vari conquistatori avvicendati nel corso dei secoli, la cucina locale è a base di riso, verdure e carne. Piatto nazionale è il plov, pietanza formata da riso, zafferano, carne di agnello e carote accompagnata dalla surba, una minestra di legumi con carne di agnello. Il pane tradizionale, il corek, viene cotto in appositi forni ed è veramente profumato e gustoso.
Da non perdere un bicchierino di shubat, latte di cammella fermentato e l’immancabile tè.

architettura del TurkmenistanTERRITORIO: Situato nel sud-ovest dell’Asia centrale, il Turkmenistan costituisce la più arida e la meno conosciuta e popolata delle nazioni centroasiatiche sorte nel 1991 dal dissolvimento dell’Unione Sovietica. Grande oltre una volta e mezzo l’Italia, si affaccia ad ovest sul mar Caspio, confina a nord con Kazakistan e Uzbekistan, mentre a sud e ad est imponenti montagne alte oltre 3.000 m lo separano da Iran e Afghanistan. La popolazione, composta quasi interamente da turkmeni, non arriva ai cinque milioni ma almeno due milioni vivono come emigrati in Afghanistan, Iran e Turchia; la densità, attorno a dieci, si colloca tra le più basse del continente. Dal 1991 la lingua turkmena, di derivazione turca, viene scritta con l’alfabeto latino; la religione predominante è musulmana sunnita, con influenze di sufismo e di antichi credi animistici, blandamente applicata e tollerante, tanto che si possono bere birra e vodka, retaggio della recente presenza russa. Il clima continentale, con accentuate escursioni termiche stagionali, estati torride e inverni gelidi, si distingue per scarsissime precipitazioni e lunghi periodi di siccità. Dal punto di vista geografico si tratta di un’enorme pianura arida, occupata per 2/3 al centro dal deserto del Karakum; la vita e un minimo di agricoltura (soprattutto cotone, decimo produttore al mondo) si concentrano nell’estremo nord, lungo la vallata del fiume Amur Darja, e nel sud ai piedi delle montagne. Un impulso alla coltivazione è arrivato al meridione nell’ultimo mezzo secolo dalla costruzione di un canale artificiale, lungo ben 1.370 km, che drena l’acqua dell’Amur Darja, creando però non poche tensioni con i confinanti settentrionali e una delle principali cause della scomparsa del lago Aral, una delle maggiori catastrofi ecologiche del continente.

 

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