"Chi viaggia senza incontrare “l’altro”, non viaggia, si sposta”.
Alexandra David Neel

A bordo del treno del cielo, il Tibet Express

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monasteri Tibetdi Gianfranco Battisti – Oltre 4.000 km di strada ferrata, per l’80% ad un’altitudine che supera i 4.000 metri, 44 stazioni, 7 trafori e 675 ponti. Questi i numeri di un’avventura a bordo del Treno del Cielo o Tibet Express lungo la ferrovia più alta del mondo per raggiungere gli sterminati altipiani tibetani, respirarne la spiritualità buddista e ammirarne gli straordinari paesaggi. Il fischio di partenza, il dondolio continuo e costante, frutto della sua forza dirompente che scivola lungo i binari e lo scorrere di scenari mozzafiato, dalla pianura cinese alle maestose catene montuose del Tibet.


Tibet ExpressDa Lanzhou a Lhasa, 2.188 chilometri in circa 27 ore, alla scoperta di un territorio maestoso popolato per lo più da asini, cavalli, e yak che si muovono in branco, raggiungendo gli altipiani apparentemente spopolati del Tibet, tra radure, praterie, brughiere e steppe che a volte diventano dune sabbiose, quasi desertiche, lambendo anche vette ricoperte di neve e ghiacciai perenni. Ultima fermata di questo viaggio straordinario a bordo del “drago di ferro”, così definito da alcuni, è Lhasa, la “città proibita”.
La stazione ferroviaria del Monte Tanggula, sulla tratta Qinghai-Tibet, è la stazione ferroviaria più alta al mondo trovandosi a 5.072 metri sopra il livello del mare. Un’opera imponente e contraddittoria che consentirà di raggiungere Lhasa attraversando un territorio spettacolare percorso fino ad oggi soltanto da yak selvatici e antilopi tibetane. I lavori sono stati eseguiti cercando di evitare il più possibile di interferire con il delicato eco-sistema ed hanno superato con successo grandi ostacoli quali il freddo, la rarefazione dell’ossigeno ed il suolo sempre gelato. Il treno è tecnicamente all’avanguardia con sistemi di pressurizzazione come quelli in dotazione agli aerei di linea.

Era il 1° luglio 2006 quando “il treno del cielo” ha sentito il fischio di partenza ed ha lasciato per la prima volta la stazione di Qinghai.
Pechino-Lhasa, 4.200 km in 40 ore. Il battesimo di una meraviglia tecnologica capace di correre oltre i 5.000 metri di altitudine, attraversando ponti su precipizi e passi di montagna a temperature estreme e venti ghiacciati.
Tibet Dall’Italia partenza di gruppo il 12 settembre, “Il treno dei cieli sul tetto del mondo”
(15 giorni/13 notti di cui una in treno), itinerario: Italia, Pechino, Lanzhou, Labrang, Xiahe, Binglingsi, treno per Lhasa, Zedang, Pechino, Italia.
Da 3.630 Euro a persona in doppia (quota base per minimo 16 partecipanti).

 

Da Pechino si raggiunge Lanzhou, anticamente conosciuta come la “Città dorata”, per la felice posizione lungo la Via della Seta, sulle sponde del Fiume Giallo. Un ottimo punto di partenza per visitare la provincia nordoccidentale del Gansu, dove si trova il maestoso monastero di Labrang, che ancora oggi ospita oltre 1000 monaci, e le Grotte buddiste di Binglingsi dove, negli ultimi 1600 anni, sono state realizzate 183 nicchie e sculture incise nella roccia porosa.
Tibet paesaggiDalla stazione ferroviaria di Lanzhou, salirete a bordo del “Treno del Cielo”, con sistemazione in scompartimento di prima classe a 4 cuccette. Nel primo tratto effettuerà le fermate di Xining e Delingha nella regione del Qinghai: attraversando scenari di rara bellezza, supererete le fermate di Golmud, Amdo e Nagchu. Il paesaggio, chilometro dopo chilometro, assume una bellezza mistica: le cime innevate delle montagne in lontananza svettano in un cielo blu inteso cui fanno da contraltare le vaste praterie popolate da greggi mansueti di pecore e di yak.
Ultima fermata di questo straordinario percorso in treno è Lhasa, capitale della regione autonoma del Xizang (Tibet), la “Terra degli Dei”. Due intere giornate a Lhasa per visitare i principali punti di interesse della città e della sua periferia, primo fra tutti l’imponente Potala, il più famoso monastero-fortezza del Tibet che domina la valle dall’alto del Marpori, e, ancora, i monasteri di Drepung e di Nechung.
Ancora un’escursione al monastero di Ganden, il primo di scuola Gelupka, uno dei più grandi monasteri di tutto il Tibet, prima di proseguire il viaggio verso Zedang, per visitare il tempio-fortezza Yunbu la Kang, oggi monastero abitato solo da alcuni monaci, all’interno del quale è conservato un vero e proprio tesoro composto da recipienti sacri e splendidi libri antichi.
Si effettua un percorso di circa un’ora per prendere una chiatta, attraversare il fiume Yarlung e raggiungere Samye, la città monastica più antica del Tibet. L’attraversamento sarà un’esperienza unica ed irripetibile, viaggiando insieme ai pellegrini assorti nelle loro preghiere.
L’avventura tibetana si conclude con la tappa alle tombe degli antichi re tibetani e di Pechino e con la visita della Grande Muraglia e delle Tombe Ming. Prevista una sosta presso una tipica fabbrica di cloisonné, antichissima tecnica di decorazione di oggetti metallici di ogni tipo con smalti colorati.

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