"Chi viaggia senza incontrare “l’altro”, non viaggia, si sposta”.
Alexandra David Neel

In Togo, nei castelli di argilla dei Moba

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Mercato di Tobe, foto Giulio Badini

Mercato di Tobe, foto Giulio Badini

Nel nord del Togo il popolo Moba vive in piccoli villaggi sparsi sul territorio, in case fatte di argilla con tetti conici in paglia, costruite in forma circolare. Un muro circonda e protegge le capanne appartenenti ai membri di una stessa famiglia, formando così piccoli villaggi sparsi su infinite piantagioni di miglio e sorgo. Sul confine del Togo, nel nord del Benin il popolo Tamberma ha trovato rifugio da secoli nei territori meno accessibili dei Monti dell’Atakora, per proteggersi dalla schiavitù del mondo arabo. Dall’Italia con “I Viaggi di Maurizio Levi”, viaggio di 16 giorni “I Colori dell’Africa” in Ghana, Togo e Benin, da € 2.960. Viaggio di 9 giorni in Togo e Benin per conoscere popoli e cerimonie dell’Africa. Partenze: 1 novembre e 27 dicembre 2013; 7 febbraio, 14 marzo e 18 aprile 2014, da Milano/Roma, da € 1.980, www.viaggilevi.com

Capanne a Tobe, foto Giulio Badini

Capanne a Tobe, foto Giulio Badini

I Tamberma – da “betammari-be”, “coloro che sanno costruire”, svolgono tutti i lavori a mani nude impiegando solo materiali come terriccio, legno e paglia, usata come legante. Con le dita delle mani lasciano sulle pareti impronte destinate a diventare delle vere e proprie decorazioni. L’architettura Tamberma è una delle più belle dell’Africa, caratterizzata da case fortificate come castelli di terracotta con un solo ingresso stretto e fino a tre piani di altezza, fra le più autentiche del continente africano, dove la vita si perpetua senza modificazioni da secoli, all’interno di grandi case patriarcali fortificate ed isolate. Come arrivare nell’Atakora: bisogna raggiungere le città di Kanté (in Togo) o di Boukoumbé (in Benin), e da lì partire per l’escursione di mezza giornata.

Tobe, foto Giulio Badini

Tobe, Africa autentica. foto Giulio Badini

Consigli di viaggio

QUANDO ANDARE IN TOGO: da novembre a fine febbraio.
COME ARRIVARE: con Alitalia da Milano Linate a Lomè, a/r euro 914 con due scali, www.edreams.it VACCINAZIONI OBBLIGATORIE: febbre gialla (validità 10 anni). Consigliata l’antimalarica. Info http://www.netdoctor.co.uk/travel/vaccines
CAPITALE DEL TOGO: Lomè, città brulicante di vita ma dall’aspetto ordinato: da una parte la suggestiva zona amministrativa, con la sua architettura in stile coloniale, e dall’altra l’animato quartiere ‘degli affari’, dove spicca il coloratissimo mercato centrale. Lomè è famosa per i suoi mercati: spostandosi in periferia si visita Akodessewa, il mercato dei feticci, una sorta di farmacia ambulante dove guaritori e sciamani trovano il necessaire per i riti vudù. Corna e teste essiccate di animali, usate per ottenere potenti pozioni curative, fanno bella mostra sui banchetti insieme ad erbe di vario genere. Si trovano rimedi per tutti i tipi di problemi: annualmente gli sciamani vagano per i villaggi preparando questi feticci di protezione con ricette tramandate di padre in figlio in lunghi anni di apprendistato. Sempre qui gli adepti dell’animismo comprano i gri-gri, prodotti per risolvere le piccole e grandi grane della vita di tutti i giorni. Da vedere il Museo Nazionale dedicato alla civiltà togolese e alle sue arti.
STRADA IN CATTIVE CONDIZIONI: quella che collega Atakpamé e Kara, sull’asse principale nord-sud.
CONFINE COL BURKINA FASO: chiude alle ore 18.30
FUSO ORARIO: -1h rispetto all’Italia; -2h quando in Italia vige l’ora legale.
LINGUE: francese; la lingua locale più parlata è l’Ewe.
DOCUMENTI: Passaporto con validità residua di almeno tre mesi. di Aného, Sokodé e la zona degli altipiani, vera città-giardino, costellata di alberi corallo e manghi, Togoville, sul Lago Togo, ottimo per gli appassionati di windsurf e il Monte Kabiyé ed i suoi innumerevoli villaggi, tra i quali Farendé, famosa per i suoi lavori in metallo.
CUCINA: la togolese viene spesso considerata come una delle migliori dell’Africa Occidentale. Caratteristica dell’arte culinaria è una salsa con cui vengono serviti molti cibi detta semplicemente sauce (che in francese appunto vuol dire salsa). Un piatto molto comune è il riz sauce arachide, riso con salsa d’arachidi. Ogni regione ha le sue specialità: nella regione costiera è diffuso il lamounou déssi o sauce de poisson (salsa di pesce fresco), altre salse sono quelle di aglan (granchio), tomate (pomodoro), aubergine (melanzana) ed épinard (spinaci). Il vino di palma nel sud e lo tchakpallo (miglio fermentato) nel nord sono le bevande alcoliche che vengono consumate maggiormente

NOTIZIE UTILI BENIN
QUANDO ANDARE: da dicembre a marzo.
CAPITALE: Porto Novo, capitale e sede del Parlamento; Cotonou, sede del Capo dello Stato e del Governo.
VISTO D’INGRESSO: obbligatorio. Info presso il Consolato onorario del Benin in Italia, tel. 06 8530 5225; mail consolatobenin.roma@tiscali.it.
VACCINAZIONI OBBLIGATORIE: febbre gialla (validità 10 anni). Consigliata l’antimalarica. Info http://www.netdoctor.co.uk/travel/vaccines
COME ARRIVARE: volo diretto Airfrance. È possibile anche arrivare in aereo a Lomé, in Togo e di qui, in tre ore di taxi, raggiungere Cotonou.
SPOSTARSI ALL’INTERNO: in autobus, con corse giornaliere da Cotonou a Savalou (5 ore), Parakou (7 ore), Natitingou (10 ore) e Malanville (12 ore). I treni collegano Cotonou con Parakou via Bohicon (vicino ad Abomey): durata circa 11 ore, partenza alle 8,30 il martedì, il giovedì e il sabato. L’unica linea ferroviaria del Benin, gestita da L’Organisation Commune Benin-Niger des Chemins de fer et Transports, collega Cotonou con Parakou fermandosi lungo il tragitto in alcune località, tra cui Bohicon e Dassa Zoumé.
PER GUIDARE: obbligatoria la patente internazionale.
FUSO ORARIO: stesso orario rispetto all’Italia, -1 ora quando in Italia vige l’ora legale.
LINGUE: francese (ufficiale), Fon, Yoruba.
ETNIE: 99% fon e adja, yoruba, bariba, betamari-bé, fulani e altri 36 gruppi etnici minori.
SITO UNESCO: il Palazzo Reale di Abomey (1985, 2007) dove, dal 1625 al 1900, i 12 re che si sono succeduti nel governo del Regno di Abomey, costruirono i loro palazzi all’interno di una comune area circondata da una muraglia, rispettando i precedenti palazzi per quanto riguarda l’uso dello spazio e dei materiali. La sola eccezione è rappresentata dal Re Akaba, che costruì il suo palazzo in un’area separata. I palazzi reali di Abomey sono un ricordo unico di questo regno scomparso.
DA VEDERE A COTONOU E DINTORNI: la città si sviluppò soprattutto dopo l’abolizione della schiavitù, quando la popolazione aumentò per il ritorno di molti abitanti originari del Benin, del Togo e della Nigeria. La zona dello Jonquet è popolatissima di bar e locali notturni allegri e colorati in cui si ascolta musica degli Stati Uniti, dell’Africa occidentale e del Camerun. Anche la gamma cittadina di ristoranti di cucina locale e internazionale è molto ampia e non bisogna assolutamente perdersi il grande e pittoresco Grand Marché de Dantokpa, dove si vendono i prodotti più diversi, dalle cassette vergini agli alimentari, dalle radio ai testicoli di scimmia fino ai feticci amorosi vudù. Poco più a nord di Cotonou, sul Lago Nokoué si trova Ganvié, un villaggio palafitticolo di 12.000 abitanti. Nel XVIII secolo i Tofinu costruirono questo villaggio per proteggersi dagli attacchi dei Fon e dei Dahomey, le cui credenze religiose impedivano ai guerrieri di entrare in acqua. Sollevate di due metri dall’acqua si trovano case, ristoranti e addirittura un albergo e i momenti migliori per visitare la cittadina sono l’alba e il crepuscolo. SPIAGGE: Grand Popo, le più belle del Benin. Da vedere Guezin villaggio lacustre non turistico e Heve’, villaggio voodonsi non turistico.

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