"Chi viaggia senza incontrare “l’altro”, non viaggia, si sposta”.
Alexandra David Neel

Deserto bianco, 800 km fra le dune di Re Hinnis

Facebooktwittergoogle_pluslinkedinmail
Deserto Bianco egiziano

Deserto Bianco egiziano

Reportage – A 350 km a sud-ovest del Cairo, percorrendo la strada asfaltata che congiunge Baharia con Farafra e oltrepassata la discesa che marca a nord l’inizio di questa depressione, inizia il Deserto Bianco, costituito da calcari bianchi organogeni (in inglese “chalk”) depositatisi nel profondo del mare che ricopriva quest’area nel Cretaceo, un centinaio di milioni di anni fa. Per l’attraversamento del deserto occidentale egiziano sono necessari i permessi militari che devono essere richiesti almeno sei settimane prima della partenza. Nel deserto non si guida con la cartina, ma con l’istinto e l’esperienza, “leggendo la sabbia” per individuare i passaggi migliori, fra rocce, sassi e imprevisti.

fennech nel Deserto Bianco egiziano

fennech nel Deserto Bianco egiziano

Bisogna riconoscere i colori della sabbia per scegliere, di volta in volta, i passaggi più sicuri ed evitare pendenze laterali improvvise, se necessario anche con una ricognizione a piedi. A bordo di un Toyota Land Cruiser Bj 75 si attraversa il deserto occidentale egiziano su un percorso di circa 1300 km, di cui 800 fuoripista “navigando” in solitaria grazie ad un satellitare Garmin. Alcuni modelli della Garmin sono dotati di schermo orientabile sia orizzontalmente che verticalmente, per risolvere qualsiasi problema di lettura e posizionamento. Per viaggiare su territori desertici, attraverso vastissimi Erg di dune senza validi punti di riferimento, oltre ad un eventuale Roadbook, che contiene tutte le note chilometriche del percorso, consigliati anche il trip master, le carte topografiche della zona interessata e un telefono satellitare. Le Michelin Desert sono le gomme più adeguate per attraversare zone desertiche, reperibili in formato 700/750-16. Da evitare gomme con forti tassellature in quanto tendono a scavare troppo. I cerchi originali sono normalmente di buona costruzione ed hanno il vantaggio di poter essere raddrizzati e saldati con facilità al contrario dei cerchi in lega. Di tanto in tanto bisogna sgonfiare leggermente le gomme per facilitare la guida sulle dune. Passaggi impegnativi attraverso zone dunari con sabbia morbida e terreni cedevoli polverosi costituiti da antichi fondi di laghi non richiedono migliorie particolari sui mezzi. Unici punti per rifornimento carburante e cambio gomme sono le oasi di Baharia e Farafra. Per il rifornimento del serbatoio si suggerisce l’autonomia necessaria e un 20% in più per sicurezza; se possibile, montare un serbatoio supplementare. L’allestimento interno prevede una coppia di piastre antisabbia in alluminio, una coppia di piastre antisabbia in fibra di vetro, pala, rastelliera per trasporto taniche in ferro per il carburante, serbatoio per acqua potabile da 100 litri, sospensioni e ammortizzatori rinforzati, utensileria fornitissima per riparazioni meccaniche e pneumatici, filtro per sabbia, un compressore 12 v. professionale con manometro, tre stroops per traino lunghezze diverse, kit completo per assistenza medica, quattro casse stagne alluminio e un baule superiore stagno per zaini, sacchi a pelo e tende. L’abbigliamento di un viaggio itinerante nel deserto prevede calzoni in tela leggera, T-shirs oppure camicie a manica lunga (per evitare scottature alle braccia), scarpe da escursionismo/trekking, occhiali da sole, felpa e un paio di pantaloni pesanti per l’escursione termica notturna. Molto utile il tipico copricapo touareg, lo shesh, una lunga fascia di cotone che si avvolge attorno al capo, acquistabile in qualsiasi mercatino locale. Guidando su un’area desertica fra la strada delle oasi e il Nilo, ma assolutamente disabitata e praticamente sconosciuta, si attraversa il jebel Qatrani, un altopiano chiamato “il piccolo Gilf Kebir” per la somiglianza con la vasta montagna, molto più nota, nell’estremo sud del paese. I Land Cruiser rendono sempre al massimo in termini di affidabilità, versatilità e comfort, anche nei fuoripista. Guidando nel deserto, senza traccia di presenza umana, ciò che rimane dentro sono gli spazi infiniti, l’orizzonte limitato solo dalla terra e dal cielo, il silenzio perfetto, il senso di libertà assoluta. Il paesaggio muta continuamente, lasciando increduli davanti alla varietà della natura, mai uguale a se stessa. Per agevolare la guida nei tratti rocciosi, il sottoscocca deve essere rivestito prima della partenza con pannelli di alluminio e deve essere rialzata l’altezza minima da terra.

Dopo il jebel Qatrani si scorge la sponda nord del lago Qarun, totalmente desertica, arrivando in completa solitudine a due siti archeologici inaspettati: Kasr El Sagha e Dimeh. Procedendo in fuoripista in pieno deserto si raggiunge un altro sito straordinario protetto dall’Unesco, Wadi El Hitan, la “Valle delle Balene”, dove i paleontologi hanno scoperto decine di scheletri fossili di balena. Questo deserto è attraversato da un cordone di dune, Abu Muharrik, considerato il più lungo del mondo, esteso per oltre 500 km. Ai 50 km/h, sempre senza aria condizionata per salvaguardare il motore, si guida nel “Piccolo Mare di Sabbia” fino a raggiungere un luogo inaspettato: la Djara Cave. Quasi non si vede, sommersa dalla sabbia. A 160 km ad est di Farafra, isolata su un deserto costituito da un altopiano calcareo tra la strada delle oasi e il Nilo, dove non transita quasi nessuno, fu scoperta dall’esploratore tedesco Gerhard Rholf nel 1883 nel corso di una traversata che dal Nilo doveva condurlo fino all’oasi di Kufra in Libia. Su una parete si trovano alcune incisioni rupestri che rappresentano bovidi e antilopi, animali che erano presenti in un ambiente di savana prima dell’inizio dell’attuale fase arida circa 7.000-8.000 anni fa. Sconsigliato guidare di notte nel deserto, in caso installare due fari di profondità per le emergenze. Utile un faretto di basso wattaggio come luce di servizio per la sera.

Deserto Bianco egiziano

Deserto Bianco egiziano

Ed infine si raggiunge la depressione di Farafra e il Deserto Bianco, nella località di Agabat. Lontano dai punti più frequentati, è forse l’angolo più spettacolare, con pinnacoli di rocce fossilifere bianche che si alternano a morbide dune gialle. Sulla via del ritorno verso il Cairo, sosta all’oasi di Bahariya per visitare il museo delle mummie d’oro e due splendide tombe tolemaiche. Difficile descrivere il Deserto Bianco, infiniti affioramenti di rocce bianchissime, simili a distese nevose, nel silenzioso e inesplorato Sahara egiziano, dalle quali si innalzano fantasmagorici pinnacoli, che evocano sagome di funghi, di animali o di chimere, creando un paesaggio surreale e unico al mondo. Il deserto affascina senza creare facile illusioni. Il silenzio delle dune nasconde storie di uomini mai tornati alla ricerca di un passaggio o di un’oasi. Si attraversa il deserto occidentale egiziano da ottobre a maggio. A marzo e aprile soffia il khamsin, un vento che può arrivare a 150 km l’ora. Fu proprio il “khamsin”, terribile vento del deserto che disidrata i corpi e copre tutto sotto un’impenetrabile coltre di sabbia, a sconfiggere i soldati di Cambise. Scomparso venticinque secoli fa senza lasciare traccia, inghiottito da una tempesta di sabbia nel deserto egiziano: si tratta dell’esercito, composto da 50mila uomini, secondo alcune fonti storiche, inviato dal re dei persiani Cambise II per conquistare gli ammoniti dell’oasi di Siwa, sede di uno dei più famosi oracoli dell’Antichità. Anche se è intuibile che lo spostamento delle dune in 2500 anni potrebbe aver seppellito ogni cosa, rimane sempre un mistero il fatto che nessuno abbia mai trovato alcun oggetto metallico identificabile, anche se alcun punte di lancia in bronzo molto consunte e concentrazioni di cocci di giare per l’acqua sono stati documentati. L’unica cosa certa è che Cambise inviò un grande esercito verso Siwa ed esso scomparve.

CONSIGLI DI VIAGGIO

DOCUMENTI: passaporto con validità residua di almeno sei mesi e visto obbligatorio, da richiedere presso i Consolati e l’Ambasciata d’Egitto o solo in caso di turismo direttamente negli aeroporti col pagamento di 15 USD.
PATENTE: Internazionale (modello convenzione di Ginevra 1949 oppure Vienna 1968). 
SPEDIZIONI NEL DESERTO: primo italiano a vincere il Camel Trophy, Maurizio Levi organizza spedizioni nel deserto occidentale egiziano da ottobre a maggio, in fuoristrada con pernottamenti in tenda (2m x 2m) e guide locali esperte di deserto. Partenze: 27 ottobre, 16 novembre e 27 dicembre; nel 2014, 11 gennaio, 8 febbraio e 29 marzo, info www.viaggilevi.com

Print Friendly, PDF & Email
Archivi